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mercoledì 10 ottobre 2012

Carlo O. Gori. Resistenza e Liberazione: Brasiliani a Pistoia (1944-1945)


Brasiliani a Pistoia  (1944-1945)


Non molti fuori città lo sanno, ma a Pistoia, alla deviazione della strada montalese presso il tabernacolo di Seiarcole, esiste un Sacrario Brasiliano, l’unico in Italia. 
Lo spazio, disegnato da Redig de Campos fra i filari di viti della campagna di San Rocco che a stento resiste all'avanzare delle costruzioni, ha oggi ben poco del Cimitero Militare come in effetti lo è stato fino al 1960 quando le spoglie dei caduti vennero - salvo una - portate in patria. Nessun cancello impedisce l’ingresso all’area ben curata in cui si alternano prati, giardini alberi di vario tipo, interrotti da un ampio viale che conduce ad un altare poggiante su un basamento cruciforme bianco, sovrastato da un alto padiglione che allude al calice liturgico, un altro padiglione sul lato destro ricorda una tenda militare, le sagome si stagliano di fronte ad una grande parete di pietra dove sono incisi i nomi dei caduti - alcuni di evidenti origini italiane - che si riflettono sull’acqua della lunga ed ampia vasca antistante. Il fuoco di un braciere che arde perennemente sullo sfondo suggestivo delle colline, che costituivano i primi contrafforti della Linea Gotica sembra ricordare i luoghi dove combatterono i soldati brasiliani. 
Desta curiosità pensare a dei brasiliani "guerrieri" nel freddo e nevoso inverno appenninico; nel nostro immaginario collettivo il Brasile, malgrado le innegabili contraddizioni sociali, evoca comunque sensazioni di allegria tropicale, sorge quindi la domanda sul perché il pacifico Brasile si unì agli Alleati nel 1944 nell'ultima fase della Seconda Guerra Mondiale e quattrocentosessantacinque di questi ragazzi, che anche la televisione  alcuni anni fa nel ciclo di Combat-Film ci ha mostrato cantare e ballare con la vivacità che contraddistingue quel popolo, caddero in combattimento per la liberazione di un paese lontano dal loro e vennero sepolti a Pistoia. 
Il populista Getulio Vargas era al potere dal 1930 (lo sarà fino al 1954), con un golpe nel 1937 proclamò il corporativo Estado Novo e divenne dittatore. Il suo governo, una sorta di fascismo moderato, era in lotta contro i comunisti di Prestes a sinistra, ed a destra contro i fascisti "puri" del movimento integralista sostenuto da Germania e Italia. 
Quattro date preludono all’intervento brasiliano: il vertice interamericano del luglio 1940 all’Avana, che aveva sancito l'obbligo per i paesi aderenti ad affiancare chi fosse stato aggredito da potenze straniere, la rottura delle relazioni diplomatiche con Italia, Germania e Giappone nel gennaio 1942, la dichiarazione di guerra dell’agosto 1942 seguita all'affondamento di navi brasiliane da parte dei tedeschi e l’incontro di Natal del gennaio 1943 fra Roosevelt e Vargas che decise l’effettivo intervento brasiliano. In pratica la guerra a fianco degli alleati sancì il rafforzamento dei legami politici ed economici con gli USA e il formale ritorno al costituzionalismo liberale da parte di Vargas. 
Mentre la popolazione si mobilitava in vari modi per sostenere lo sforzo bellico, venticinquemila uomini saranno via via inquadrati nella Fôrça Expedicionária Brasileira (FEB) ed inviati in Italia.  Un serpente con in bocca la pipa - racconta lo scrittore Jô Soares - era il simbolo della FEB, la voce popolare diceva infatti che era più facile che un serpente fumasse che il Brasile scendesse in guerra, ma: "Poi il serpente fumò". E per i brasiliani fu guerra vera. 
La FEB, dotata di una propria forza aerea, sbarcò a Napoli nel luglio 1944 e dopo un periodo di addestramento a San Rossore, ebbe a metà settembre il pass dal comando statunitense inizialmente propenso ad utilizzarla come truppa di retrovia - per entrare in linea. In quel periodo i tedeschi - in Toscana erano appena state liberate Prato e Pistoia - si stavano attestando sulla Linea Gotica che da Massa, traversati i principali passi e monti dell’Appennino, scendeva lungo la Valle del Foglia fino all’Adriatico. Schierata il 15 settembre sul Litorale Tirrenico la FEB iniziò subito le operazioni che da Massarosa a Camaiore e poi per la Valle del Serchio la portarono a liberare numerose località della Garfagnana fino a Barga. Da segnalare già in questi frangenti gli scontri anche con reparti italiani delle quattro divisioni dell'esercito di Salò appena rientrate dall’ addestramento in Germania: tedeschi e americani avevano voluto provare le proprie "riserve", sul cui valore combattivo nutrivano non pochi dubbi. 
Stabilito il quartier generale Pistoia, la FEB venne, alla fine di ottobre, trasferita nella Valle del Reno. Con l’avanzare del fronte appenninico nell’ inverno 1944/45 la FEB colse importanti vittorie, in particolare vengono ricordate quelle di Monte Castello - posizione tenuta dai tedeschi che aveva fama di essere imprendibile - Castelnuovo, Montese, Zocca e, dopo lo sfondamento nella Pianura Padana, nell’aprile del 1945 quella di Fornovo, dove costrinse alla resa la 148.ma divisione tedesca e reparti delle divisioni fasciste Italia e Monterosa. 
La FEB proseguì poi la sua marcia fino al congiungimento con l’esercito francese a Susa. Il 30 aprile 1945, a Milano, nella parata della vittoria, anche un reparto della FEB sfilò insieme ad americani, inglesi, italiani del Gruppo di CombattimentoLegnano e partigiani. 
Ciò a suggello della buona prova militare che offrì la FEB in Italia, dove si distinse anche per la grande disponibilità alla collaborazione con le forze partigiane, per spirito cavalleresco verso il nemico vinto e per l’attenzione alla popolazione ed uno spirito umanitario non frequenti. 
A Pistoia i brasiliani hanno lasciato un bel Monumento ed un buon ricordo. Nella città toscana fino al rimpatrio funzionò il Quartier Generale di Retrovia dove erano concentrati i più importanti servizi della FEB: l’ Ospedale da Campo, l’Intendenza di Finanza in Piazza S. Lorenzo, il Magazzino in via dei Baroni, il Parco Auto, il Servizio Postale ed, in via Monte Sabotino, una grossa Stazione Radio in collegamento diretto col comando in Brasile. I pistoiesi rimasero subito incuriositi dal fatto che i reparti brasiliani, a differenza degli statunitensi a quel tempo ancora "segregati", fossero misti di bianchi e neri. I medici dell’Ospedale da Campo, che aveva sede in Piazza d’Armi , si prodigarono spesso anche per i cittadini e col tempo - come ci ricordò il compianto Miguel Pereira (reduce e per lunghi anni custode del Monumento e delle memorie FEB, oggi egregiamente curate dal figlio Mario) in una sua preziosa e toccante testimonianza - si alimentò un clima di affabilità, nacquero amicizie ed anche amori, in alcuni casi, come il suo, divenuti matrimoni. 
                                                            
                                                                         





                       Carlo Onofrio Gori

Originale dell'articolo ... C.O. Gori, E il serpente brasiliano fumò. Storia della Fôrça Expedicionária Brasileira e del suo cimitero pistoiese, in "Microstoria",a. 2, n. 8 (feb. 2000)    




                      Questo articolo è riproducibile avendo però cura di citare chiaramente autore e fonti.





Da "Il Tirreno"
Brasiliani amici di guerra
22 maggio 2000 —   pagina -1   sezione: Pistoia
PISTOIA. Oggi l'ambasciata del Brasile a Roma ricorda l'intervento della forza di spedizione brasiliana in Italia, durante la seconda guerra mondiale, che ebbe a Pistoia il suo quartier generale di retrovia. Quei soldati della "Fôrça  Brasileira" ebbero un ruolo di prima importanza nella campagnadi liberazione. Combatteronoda Massarosa a Barga e successivamente sull'Appennino modenese in scontri sanguinosi e vittoriosia Monte Castello, Castelnuovo, Montese, Zocca ed infine a Fornovo dove costrinsero alla resa una divisione tedesca. I brasiliani avevano a Pistoia un grande ospedale da campo, in piazza d'Armi, l'attuale piazza Resistenza, nel quale furono curati anche numerosi cittadini pistoiesi.In via dei Baroni avevano dislocato il magazzino, il parco auto e il servizio postale,mentre in via monteSabotino c'era una potente stazione radio in collegamentodiretto col comando del Brasile. L'intendenza di finanza l'avevano stabilita in piazza San Lorenzo. In città si fecero benvolere."I pistoiesi oltre che ammirati per le cure che ricevevano nell'ospedale militare di piazza d'Armi, furono incuriositi dal fatto che i reparti brasiliani, a differenza degli statunitensi ancora"segregati", fossero mistidi bianchi e neri". Lo testimonia Carlo Onofrio Gori, studioso di quelle vicende, invitato in tale veste all'incontro romano. Fra i soldati della Feb (Fôrça expedicionária brasileira) e i pistoiesi nacque un clima diamicizia e affabilità; ancheper questo i brasiliani hanno lasciato alla nostra città il bel monumento del sacrario ai propri caduti che si trova sulla strada montalese presso il tabernacolo di Searcole. (p.g.)




Tre libri su "come eravamo" Presentati a Gello dagli Amici di Pupigliana
15 marzo 2000 —   pagina -1   sezione: Pistoia
PISTOIA. "Per tenere sveglia la memoria": l'associazione "Amici di Pupigliana e della valle del Brandeglio", in collaborazione conla circoscrizione 5, ha fatto ascoltare, sabato scorso, nell'edificio delle ex scuole elementari di Gello, vecchie canzoni, poesie e brevi scenedi vita popolare. Nella stessa occasione sono stati presentati ufficialmente tre opuscoli di recente pubblicazione, tutti rivolti alla ricerca del come eravamo: "Un passato di sofferenze e miserie - è stato sottolineato - ma che sta alla radice del nostro attuale benessere". Primo testo, "Microstoria" presentato dal vicedirettore RobertoNiccolai. E' il "mensile di storia e storie" delle province di Firenze, Pistoia e Prato. La nostra città e il suo territorio sono rappresentati da ottimi servizi di vario argomento. Angela Bertini parla della manifattura serica pesciatina tra '700 e '88, mentre Carlo Onofrio Gori riporta alla memoria la divisione brasiliana che combatté sulla lineagotica nell'ultima guerra mondiale. "A Pistoia - osserva Carlo Onofrio Gori - i brasiliani hanno lasciato un bel monumento e un buon ricordo". Cinzia Beneforti ci offre, a sua volta, una pagina di letteratura discutendo di Gianna Manzini ed infine, a cura della cooperativa itinerari,si può leggere la storia dei ghiacciaioli del Reno, della riserva naturale di Pian degli Ontani e del museo d'arte sacra di Popiglio. Altro testo proposto è stato "Il metato", voce delle iniziative dell'associazione di Pupigliana e della valle del Brandeglio. Il breve opuscolo riporta le immagini di tutti i presepi che nell'ultimo Natale sono fioriti lungo la valle, ambientati in scenari naturalistici col saporedella fiaba. Infine, Andrea Ottanelli, direttore del centro pistoiese per l'emigrazione "Mario Olla" ha tenuto a battesimo la recente opera edita dalla Regione "Quaderni dell'emigrazione toscana". Pistoia, la sua montagna e la Valdinievole rivivono i tristi tempi degli emigranti negli scritti di Adriana Dadà, Gabriella Aschieri, Claudio Rosati,Andrea Ottanelli, Rossella Barni, Nicoletta Franchi, Roberto Niccolai, Barbara Beneforti, Giovanna Pierattini e David Rovai. Sono presenti anche Carlo Cassola e Francesco Guccini dei quali si riportanopagine rispettivamente da "Il taglio del bosco" e "Cronache epifaniche". 
Paolo Gestri                                      
              
                                                                               
Resumo. A história da Fôrça Expedicionária Brasileira na Itália (1944-1945) durante a Segunda Guerra Mundial, e particularmente, em sua Sede em  Pistoia, Toscana. 
Summary. The history of the Brazilian Expeditionary Force in Italy (1944-1945) during World War II, and particularly at its headquarters in Pistoia, Tuscany.  




Mario Pereira, Simone Fagioli L'originale Emanuel Carfora, Filomena PaveseClaudio Gerati, Fabio PaneraiEmiliano NappiniMaria Lorello, Marcello MartiniSelma Sanches GonzalezIvone Nasser CruchakiDurval Junior, Carlos Siqueira, Claudevan Melo MeloAnna Frulli, piace questo elemento