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venerdì 10 febbraio 2012

Carlo Onofrio Gori. Risorgimento. Appuntamenti

I "Busti ritrovati": per una galleria di uomini illustri a Pistoia






Pistoia, atrio della villa di Scornio, 
via Dalmazia 356  
13 febbraio – 10 marzo 2012
PROGRAMMA
Sabato 11 febbraio ore 16
Inaugurazione della Mostra. 
Segue aperitivo nella sala delle carrozze
Venerdì 17 febbraio ore 16.00                              
presentazione del volume Personaggi pistoiesi del Risorgimento, atti della giornata di studio -22 marzo 2011, acura di Giovanna Sgueglia, Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “Barone Carlo de’ Franceschi” (scritti di: Carlo Vezzosi, Carlo Onofrio Gori, Luigi Angeli, Laura Dominici), Giorgio Tesi Editrice 2011
ore 17.00
Quel “pretino” di Calamecca: Pietro Contrucci nel Risorgimento pistoiese
Conversazione a cura di Alberto Cipriani
Mercoledì 22 febbraio ore 17.00
Pistoia onora l’eroe dei due mondi e il suo segretario pistoiese Giuseppe Civinini
Conversazione a cura di Carlo Onofrio Gori e Laura Dominici
Mercoledì 29 febbraio ore 17.00
Filippo Pacini medico pistoiese
Conversazione a cura di Giuseppe Seghieri
Mercoledì 7 marzo ore 17.00
Compositori illustri pistoiesi: Teodulo 
Mabellini e Vincenzo Bellini
Conversazione a cura di don Umberto Pineschi
Orario di apertura della Mostra: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, sabato dalle 13 alle 19
Per informazioni 0573 904604



Biblioteca San Giorgio, Pistoia - I busti ritrovati: per una galleria ...

www.sangiorgio.comune.pistoia.it/i-busti-ritrovati-per-una-galleria-d...
4 giorni fa – busti ritrovati: per una galleria degli uomini illustri a Pistoia ...Conversazione a cura di Carlo onofrio Gori e Laura Dominici sul tema: Pistoia onora l'eroe dei due mondi e il suo segretario pistoiese Giuseppe Civinini...


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BUSTI RITROVATI

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BUSTI RITROVATI. Per una galleria ... Alcuni busti di illustri protagonisti della storia di. Pistoia vengono ... Conversazione a cura di Carlo Onofrio Gori e Laura ...


Dettaglio - Scheda Evento | Calendario Eventi | Eventi

www.cultura.pistoia.it/eventi/.../scheda-evento.html?...Busti...
Busti Ritrovati per una galleria degli uomini illustri a Pistoia. Sabato 11 febbraio ...Conversazione a cura di Carlo Onofrio Gori e Laura Dominici. Mercoledì 29 ...

MET - SABATO INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA “I BUSTI ...

met.provincia.fi.it/news.aspx?n=109699
8 feb 2012 – Undici busti, per lo più in marmo, raffiguranti illustri personaggi della storia d'Italia tra ... Incontro a cura di Carlo Onofrio Gori e Laura Dominici.





giovedì 9 febbraio 2012

Carlo Onofrio Gori. Resistenza. Silvano Fedi



Il sogno rivoluzionario di Silvano Fedi, comunista libertario, eroe della Resistenza pistoiese

Silvano Fedi, è stato indubbiamente il personaggio della Resistenza più popolare e più caro ai pistoiesi (1).
Oggi, in città, portano il suo nome scuole, polisportive, palestre, piscine e l’ampio e centralissimo Corso Silvano Fedi, mentre, sulle pendici della collina di Montechiaro dove cadde insieme a Giuseppe Giulietti, svetta il monumento di Umberto Bovi a lui dedicato e realizzato nel 1979 con i fondi di una sottoscrizione pubblica promossa da un comitato voluto dall'ANPI di Bonelle.
Tra gli elementi dell’opera, il cui metallo è oggi purtroppo deturpato da incisioni stupide ed offensive, una citazione - la copertina di Piaceri crudelidi Leone Tolstoi - ci rinvia all'esperienza di vita di Silvano che, seguendo un percorso difficile e originale per un giovane studente dell'epoca, parla di un’umanità affrancata dal bisogno in mondo senza frontiere e matura una convinta e coerente opposizione al regime fascista. Un’idea che Silvano verifica in un’appassionata, quotidiana e coerente opposizione al regime fascista, fitta di discussioni ed incontri con vecchi e giovani, popolani ed intellettuali, attività che una sera, trovandosi solo per strada, pagherà cara subendo un duro quanto vigliacco pestaggio ad opera di alcuni suoi stessi compagni di scuola, accesi fascisti.
Ed è proprio per una spiata proveniente dagli ambienti del Liceo Forteguerri, che il 12 ottobre 1939, a diciannove anni, veniva arrestato insieme a Fabio Fondi, Giovanni La Loggia e Carlo Giovannelli, denunziato poi al Tribunale Speciale e condannato ad un anno di detenzione. Quando, dopo qualche tempo, la pena gli venne condonata, Fedi rientrò a Pistoia e si gettò nuovamente con entusiasmo nella lotta antifascista, saldo nel suo ideale anarchico, o come lui preferiva definirlo, “comunista libertario”. Ricordiamo che a Pistoia gli anarchici vantavano una tradizionale presenza politica fin da quando Giuseppe Manzini, padre della nota scrittrice Gianna, iniziò a fine Ottocento la stampa dell’ “Ilota.
Negli anni Venti solo il piccolo nucleo locale degli Arditi del Popolo, composto prevalentemente da elementi anarchici e animato – come ha recentemente ricordato Alberto Ciampi in un suo pregevole articolo – da Virgilio Gozzoli (2), saprà opporsi ai fascisti sul loro stesso terreno.
Fra gli anni Trenta e Quaranta la vecchia generazione anarchica pistoiese (Egisto Gori, Archimede Peruzzi, Tito Eschini ecc.), nella sua attività cospirativa, entrerà in contatto il gruppo dei giovani studenti via via raccoltosi intorno a Fedi (La Loggia, Giovannelli, Filiberto Fedi, Raffaello Baldi, i fratelli Bargellini, ecc.) ai quali in seguito si uniranno alcuni operai e tecnici delle Officine San Giorgio (Tiziano Palandri, Oscar Nesti, Giulio Ambrogi ecc.) ed il gruppo del Bottegone (Sergio Bardelli, Francesco Toni, ecc.).
La presenza dei giovani liceali, apportatrice di entusiasmo e forze nuove nel già variegato tessuto sociale che costituiva il sostrato dell’anarchismo pistoiese, fece sì che il movimento, anche con la costituzione Federazione Comunista Libertaria, si allargasse e divenisse competitivo nei confronti del Partito Comunista, che nella clandestinità si stava accreditando come la forza antifascista più consistente.
Già dopo il 25 luglio del '43 Fedi, che era stato tra gli animatori di una manifestazione popolare per le vie di Pistoia, veniva arrestato dalla polizia badogliana, ma era subito dopo liberato a furor di popolo.
Dopo l’Armistizio Silvano in seguito a dissidi politico-organizzativi emersi con gli anarchici della “vecchia guardia”, ed in particolare con Tito Eschini, costituisce nell'ottobre 1943 una propria formazione partigiana composta inizialmente da una cinquantina di uomini, le “Squadre Franche Libertarie”, che, pur collegata al Partito d'Azione, rivendica una completa autonomia, anche dal CLN, ed è formata prevalentemente da militanti anarchici o comunque di idee libertarie.
Sceglie di non salire in montagna, ma di muoversi incessantemente tra la città e la campagna, dove ha maggiore possibilità di rifornirsi di armi e munizioni, sia nel versante di Pistoia sino alla zona di Quarrata e alle colline del Montalbano, sia in quello di Fucecchio e Lamporecchio, dando vita con particolare abilità ad una serie di azioni clamorose basate soprattutto sul fattore sorpresa.
Audacissimo e spericolato si presenta infatti con una impresa che ha il sapore della beffa: dal 17 al 20 ottobre ’43 attacca infatti, con soli sei uomini (Danilo Betti, Brunello Biagini, Marcello Capecchi,  Santino Pratesi, Giulio Vannucchi,)  per ben tre volte consecutive il munito caposaldo fascista della Fortezza di  Santa Barbara, dove preleva una gran quantità di armi, munizioni e viveri, una parte dei quali viene trasportata in montagna. Silvano, anche in seguito, destinerà sempre parte dei materiali ricavati dai suoi attacchi ai presidi nazifascisti di città e dintorni, condotti spesso senza spargimento di sangue, al rifornimento di altre formazioni partigiane pistoiesi, da quella di “Pippo” (Manrico Ducceschi), a quelle del Partito Comunista e del Partito d'Azione.
Su queste imprese di Silvano abbiamo recentemente avuto la fortunata occasione di registrare un lungo colloquio con Artese Benesperi. Benesperi, nato il 19 agosto 1915, conosce Fedi nel novembre del 1943, tramite Tiziano Palandri ed altri amici di Bonelle, da allora in poi Artese è nella lotta armata a fianco di Silvano in tutti gli altri momenti decisivi e clamorosi del suo eccezionale ed intrepido impegno antifascista ed antinazista.
Silvano  - ci dice Artese - aveva anche un grande genio e lo dimostrò in molti casi, come nell'episodio in cui io rimasi ferito, quando fu ammazzato quell'ufficiale tedesco in Valdibrana e lui riuscì ad organizzare la cosa facendo in modo che non venisse fucilato nessuno”. Artese si riferisce a quanto accadde nella notte del  29 marzo del 1944 quando lui, Silvano, Tiziano Capecchi e un altro compagno erano usciti per recuperare armi e vettovagliamento e casualmente si imbatterono in un ufficiale tedesco che amoreggiava con una ragazza e ne nacque una sparatoria dagli esiti suddetti.  Si trattava di evitare la rappresaglia dei tedeschi che già avevano programmato la fucilazione di dieci persone e Silvano, dopo aver fatto curare Artese, si mosse abilmente per evitarla recandosi la sera successiva a Serravalle, nella villa dove si era ritirato il noto drammaturgo Giovacchino Forzano e lo indusse, con successo, ad utilizzare la sua amicizia con  Mussolini  per evitare la strage.
Artese ricorda che successivamente Silvano decise di avvicinare il pistoiese Licio Gelli (in tempi più recenti assurto alle cronache nazionali per la vicenda della Loggia P2), un tenente di 25 anni ufficiale di collegamento fra il fascio pistoiese e la Kommandantur tedesca che già da qualche tempo aveva offerto la propria collaborazione alla Resistenza. Gelli, ormai gravemente compromesso agli occhi degli antifascisti pistoiesi, di fronte all’ inesorabile avanzata Alleata, cercava di acquisire meriti “partigiani” presso il CLN  per  poter salvare la pelle, come poi accadde; Fedi, invece, cercava una copertura per poter condurre altre clamorose e temerarie imprese, che vennero ben presto.
Infatti  Silvano ed i suoi, in questo periodo, riescono con successo innanzitutto ad attaccare (per la quarta volta!) la Fortezza, poi a disarmare gli agenti nei locali della Questura repubblichina di P.za S. Leone, ed infine ad assaltare il carcere delle Ville Sbertoli (3). In quest’ultima occasione partecipa direttamente all’azione Licio Gelli che, insieme ai partigiani Enzo Capecchi, Giovanni Pinna, Iacopo Innocenti, travestiti da fascisti, si fa aprire le porte fingendo di tradurvi Silvano ed Artese, apparentemente ammanettati.  Ben presto i partigiani impugnano le armi disarmano le guardie e liberano 54 prigionieri,  fra i quali due ebrei ed il resto quasi tutti politici. 
Il sodalizio di Silvano con Gelli, come i fatti dimostrano e come poi tutti compresero, era ovviamente un’intesa strumentale, ma occorre ricordare che, sulle prime, aveva suscitato in alcuni ambienti della Resistenza pistoiese, notevoli perplessità, fugate solo dall’intervento chiarificatore di  “Pippo” che aveva confermato la piena fiducia a Silvano (4).
Tuttavia qualcosa si incrinò nei rapporti  fra Fedi ed alcuni suoi più cari compagni fra i quali Panconesi, Giovannelli, Nerozzi e Brunetti e, soprattutto, Tiziano Palandri  che lasciò Silvano per andare in montagna ad unirsi alla formazione di “Pippo”, divenendone poi un autorevole vice-comandante.
Al riguardo, tuttavia, Artese oggi ribadisce quanto ebbe a suo tempo a dichiarare allo storico Renato Risaliti, trovando conferma in una analoga rivelazione fatta a quest’ultimo dallo stesso Palandri e cioè che il dissidio tra i due essenzialmente nacque perché Silvano “coerentemente alle sue idee” mostrava l’intenzione di proseguire la lotta armata per un mondo nuovo, “per la libertà del popolo…anche dopo l’arrivo degli Angloamericani”(5). L’estremo sogno rivoluzionario di Fedi, che forse probabilmente sarebbe rimasto solo tale e che oggi Artese vede con un certo distacco (“Silvano aveva grandi ideali, forse difficilmente realizzabili e grande capacità organizzativa, ma per fare le cose grandi ci vogliono anche grandi  mezzi: gli americani hanno vinto la guerra perché erano capaci di costruire una nave al giorno, mentre noi, con poche pistole e qualche  mitra, avremmo potuto fare ben poco”), venne tuttavia interrotto il 29 luglio 1944.
Nel primo pomeriggio, in una stradina di campagna nei pressi della Croce di Vinacciano, mentre Silvano con alcuni compagni attendeva che alcuni malfattori, i quali avevano abusato del nome della “Fedi”, consegnassero alla formazione (secondo quanto stabilito un paio di giorni prima da un tribunale del CLN pistoiese riunito a Ponte alla Pergola) della merce rubata da restituire ai proprietari, cade in un'imboscata tesagli dai tedeschi e nel successivo conflitto a fuoco muore insieme a Giulietti. Nella circostanza viene ferito Marcello Capecchi, che come quasi tutti gli altri partigiani che accompagnavano Fedi, riesce fortunosamente a salvarsi, eccetto Brunello Biagini che verrà catturato e fucilato il 1° agosto.
La presenza di un forte contingente di soldati, ben nascosti ed appostati,  in quel posto e a quell'ora, ancora oggi non trova per molti convincente spiegazione e per questo pensano che Silvano sia stato tradito da una delazione.  Lo pensa anche Artese, ma sull’identità dei presunti delatori non si sbilancia.
Il giorno dopo “... è effettuato un rastrellamento alla Collina di Pontelungo: gli arrestati sono portati nei locali della ex-Gil di Pistoia, in piazza S. Francesco, per essere sottoposti ad interrogatorio” (6). Fra questi anche Artese  ed Enzo Capecchi che riescono rocambolescamente a fuggire (7).
Essi assumeranno il comando della “Fedi” sino alla liberazione Pistoia, nella quale la formazione giungerà dopo aver occupato, in seguito a duri scontri con i tedeschi e varie perdite, Vinci, Lamporecchio e Casalguidi (8).


                                                     
   
                                    





                           Carlo Onofrio Gori







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Carlo Gori - Carlo O. Gori - Carlo Onofrio Gori






Sintesi e rielaborazione dei seguenti articoli:

C.O. Gori, Arrivano i partigiani, Pistoia è libera, in “Microstoria”, n. 35 (mag./giu. 2004)
C.O. GoriIl sogno rivoluzionario di Silvano Fedi. Il partigiano Artese Benesperi racconta l’esperienza a fianco dell’eroe pistoiese, in “Microstoria”, n. 38 (nov./dic. 2004).
C.O. GoriResistenza e rivoluzione. Il sogno di Silvano Fedi, in “Patria indipendente”, n. 9 (29 ott. 2006);

e del capitolo del libro:

Carlo Onofrio Gori, Guida ai monumenti delle memoria nel Comune di Pistoia, Pistoia, Edizioni del Comune di Pistoia, 2005, pp. 113-117

Articoli di Carlo O. Gori su Fedi appaiono (con note) sui seguenti siti:



Questo articolo è riproducibile, del tutto o in parte, avendo però cura di citare chiaramente l'autore e le fonti. 











RINGRAZIAMENTO ALLA KATE SHARPLEY LIBRARY


Ringrazio la biblioteca internazionale sulla storia del movimento anarchico Kate Sharpley Library (ha sedi: Kate Sharpley Library, BM Hurricane, London, WC1N 3XX, UK; Kate Sharpley Library, PMB 820, 2425 Channing Way, Berkeley CA 94704, USA) per aver inserito uno dei miei articoli su Silvano Fedi frutto dell'intervista ad Artese Benesperi, sul suo sito, traducendolo in inglese.
Per maggiori informazioni, tratte da Google:Gori, Carlo Onofrio - [ Traduci questa pagina ]Benesperi,
Artese and Carlo Onofrio Gori. 
The Revolutionary Dream of
Silvano Fedi, libertarian communist and hero of the Resistance in
Pistoia, ...www.katesharpleylibrary.net/0cfzcv
- Copia cache


Riproduco l'articolo in lingua inglese nella traduzione di Paul Sharkey :
The Revolutionary Dream of Silvano Fedi, libertarian communist and hero of the Resistance in Pistoia, remembered by his friend and comrade-in-arms Artese Benesperi

Silvano Fedi is without doubt the most popular and best loved Resistance figure in the eyes of the people of Pistoia.(1) Today there are schools, sports centres, exhibition centres, swimming pools and, in the heart of the city, the Corso Silvano Fedi, all called after him and looking down from Montechiaro hill where he and Giuseppe Giulietti both met their ends is the monument dedicated to Fedi by Umberto Bovi and created in 1979 with donations raised by a public subscription sponsored by a committee set up by the Bonelle ANPI (National Partisans of Italy Association).
One of the features of the sculpture, the metal of which has been defaced by inane and offensive incisions, is a quote from the cover of Leo Tolstoy’s Cruel Pleasures reminding us of Silvano’s life experiences; following a difficult time unusual for a young student of his day, it refers to a mankind freed from need in a world without borders; he nurtured a deep-seated and consistent opposition to fascist rule.
Thus, on 12 October 1935, aged 19, he was arrested with Fabio Fondi, Giovanni La Loggia and Carlo Giovannelli, referred to the Special Tribunal and sentenced to a year in prison.
When this was commuted after a time, Fedi returned to Pistoia and once more threw himself enthusiastically into the fight against fascism, confident in his anarchist or, as he preferred to describe it, “libertarian communist” ideal. Remember that in Pistoia anarchists boasted of a traditional presence dating back to when Giuseppe Manzini, father of the outstanding authoress Gianna Manzini, had started publishing L’Ilota in the late 19th century. In the 1920s, the only ones to take the fascists on on their own terms were the small local chapter of the Arditi del Popolo, made up chiefly of anarchists and inspired - as Alberto Ciampi has recently reminded us in a priceless article - by Virgilio Gozzoli. (2)
During the 1930s and 1940s, in the course of its conspiratorial activities, the older generation of anarchists in Pistoia (Egisto Gori, Archimede Peruzzi, Tito Eschini and so on) came into contact with the group of young students that was gradually building up around Fedi (people like La Loggia, Giovannelli, Filiberto Fedi, Raffaello Baldi, the Bagellini brothers and so on) and who were later joined by a few workers and technicians from the San Giorgio Works (people such as Tiziano Palandri, Oscar Nesti, Giulio Ambrogi, etc.) plus the Il Bottegone group (Sergio Baldelli, Francesco Toni etc.).
The presence of high school students, injecting fresh enthusiasm and vigour into the multi-hued social fabric underpinning Pistoian anarchism ensured that the movement, in part through the launching of the FCL (Libertarian Communist Federation), spread and was able to compete with the Communist Party which was emerging as the most substantial underground antifascist force. Right after 25 July 1943, Fedi who had been one of the prime movers behind a popular demonstration in the streets of Pistoia was arrested by Marshal Badoglio’s police, only to be released shortly thereafter in the face of the people’s anger.
After the Armistice, and following some political and organisational squabbling with anarchists from the “old guard”, especially Tito Eschini, Silvano launched his own partisan unit, the Squadre Franche Libertarie (Libertarian Irregulars) in October 1943; initially made up of about fifty men and with ties to the Action Party, this unit claimed complete independence from the CLN (National Liberation Committee) and was for the most part made up of anarchist militants or men of libertarian mind. He chose not to take to the hills but to operate indiscriminately between the city and the surrounding countryside where chances of getting fresh supplies of arms and munitions were better and the unit ranged between the Pistoia district and the Quarrata area and the Montalbano hills as well as in Fuececchio and Lamporecchio and it showed itself particularly adept at mounting spectacular raids capitalising upon the element of surprise. In fact, he displayed great daring and recklessness in one operation that was reminiscent of a practical joke: using only six men (Danilo Betti, Brunello Biagini, Marcello Capacchi, Santino Pratesi and Giulio Vannucchi), between 17 and 20 October 1943 it mounted three consecutive raids on the well-armed fascist headquarters in the Santa Barbara Fortress, making off with a large amounts of weapons, munitions and food supplies, part of which was removed to the mountains. After that, Silvano would always set aside part of whatever his raids on fascist strongholds in the city and surrounding areas brought in (raids often carried off without bloodshed) to bolster other Pistoian partisan units, ranging from the “Pippa” (led by Manrico Ducceschi) to the Communist Party and Action Party units.
Apropos of these raids of Silvano’s we recently had the good fortune to record a lengthy chat with Artese Benesperi. Benesperi, born on 19 August 1915, made Fedi’s acquaintance in November 1943, through Tiziano Palandri and some other friends from Bonelle and from then on Artese was at Silvano’s side in the armed struggle during every one of the crucial and spectacular operations in his extraordinarily intrepid fight against the fascists and the Nazis. “Silvano” - Artese assured us - “had a great head on his shoulders and he proved this on many occasions, as in the incident in which I was wounded, when that German officer was killed in Valdibrana and when Silvano handled things in such a way as to ensure that nobody was shot for it.”
Artese was referring to what happened on the night of 29 March 1944 when he, Silvano, Tiziano Capecchi and another comrade ventured out to recover some weapons and victuals and stumble across a German officer out courting, leading to an exchange of gunshots. The object after that was to avert reprisals by the Germans who already had plans to shoot ten people and, after ensuring that Artese received medical treatment, Silvano sprang into action to pre-empt this, making his way the following evening to Serravalle, to the villa where the celebrated playwright Giovacchino Forzano was living and successfully persuading him to use his friendship with Mussolini to avert the massacre.
Artese remembered how Silvano later decided to approach the Pistoian Licio Gelli (more widely reported in the Italian press recently in relation to the P2 scandal), a 25 year old lieutenant serving as liaison between the Pistoian fascists and the German command; Gelli had offered his services to the resistance some time earlier. Gelli, who by then was seriously compromised in the eyes of Pistoia’s antifascists and facing the prospect of the inexorable Allied advance through Italy, was keen to earn himself some “partisan” brownie points with the local CLN so as to save his own skin, as later he did: Fedi on the other hand was on the look-out for a front man who might allow him to carry out further spectacular and daring operations in the very near future.
Actually, during this time, Silvano and his men successfully pulled off an attack (attack No 4!) on the Fortress before disarming police at the Salò Republic’s police headquarters in the Piazza S. Leone and finally raiding the Ville Sbertoli prison.(3) On this last raid Licio Gelli was directly involved; together with partisans Enzo Capecchi, Giovanni Pinna, Iacopo Innocenti, disguised as fascists, they had the doors opened for them by pretending that they were bringing in Silvano and Artese who appeared as if they were handcuffed. The partisans then promptly produced their guns and disarmed the guards and released 54 prisoners, including two Jews; the remainder were almost all political detainees.
As the record shows and as everybody appreciates, Silvano’s flirtation with Gelli was plainly a circumstantial one, but it is worth noting that, initially, it had created quite a bit of puzzlement in some resistance circles in Pistoia, misgivings being dispelled only after “Pippo” spoke up to confirm that he trusted Silvano implicitly.(4) However, something went sour in relations between Fedi and some of his dearest comrades (including Panconesi, Giovannelli, Nerozzi and Brunetti and, above all, Tiziano Palandri, who left Silvano and headed up into the hills to join the “Pippo” unit, of which he went on to become effective second-in-command). Here, however, Artese stresses everything that he said at the time to the historian Renato Risaliti and as is borne out by a similar revelation made to Risaliti by Palandri himself, to the effect that the differences of opinion between the pair essentially arose from the fact that “in keeping with his beliefs” Silvano had indicated his intention of carrying on the armed struggle in pursuit of a new world…” on behalf of the people’s freedom … even after the Anglo-Americans arrived.”(5)
Fedi’s far-fetched dream of revolution which would probably have stayed precisely that (a dream), viewed with some detachment by Artese today. (“Silvano had great ideals which would probably have been very hard to achieve, and great organisational ability too, but great things require great means: the Americans won the war because they had the capacity to build themselves a ship a day, whereas we, with our few pistols and the odd machine-gun, could not have achieved a lot.”) was abruptly interrupted on 29 July 1944. In the early afternoon on a country lane near Croce di Vinacciano, as Silvano was waiting with some of his friends for a few thieves who had been misusing the name of the “Fedi” unit to return to the unit stolen goods for restoration to their rightful owners (as laid down a couple of days earlier by a Pistoia CLN court sitting in Ponte alla Pergola), he walked into an ambush set for him by the Germans and in the ensuing fire-fight he and Giulietti lost their lives. Also wounded was Marcello Capecchi who, like virtually all of the other partisans with Fedi, managed to survive, except for Brunello Biagini who was captured and shot on 1 August. The presence there of a large contingent of soldiers, deployed in hidden ambush positions, in that place and at that hour, is even today something not quite easily explained away for those who reckon that Silvano had been betrayed. Artese is one such person, but as to the identity of the supposed informers, he is not forthcoming. The following day ” … there was a swoop on Colina de Pontelungo; those arrested were hauled away to the one-time GIL premises in the Piazza S. Francesco for questioning.”(6) Among these were Artese and Enzo Capecchi who pulled off a spectacular escape.(7) Between them they assumed command of the “Fedi” unit up until the liberation of Pistoia, the unit entering the city after occupying, one after the other, Vinci, Lamporecchio and Casalguidi after hard fighting with the Germans and sustaining several losses.(8)

                                                                             Carlo Onofrio Gori


Notes
1 C.O. Gori, “Arrivano I partigiani, Pistoia e libera” in Microstoria, No 35 (May-June 2004)
2 A. Ciampi “Virgilio Gozzoli, vita requite di un anarchico pistoiese” in Microstoria No 37 (September-October 2004)
3 S. Bardelli-E. Capecchi-E. Panconesi Silvano Fedi. Ideali e coraggio (Pistoia, Nuove experience 1984) pp. 45-68
4 G. Petracchi Al tempo che Berta filava. Alleati e patrioti sulla linea gotica (1943-1945) (Milan, Marcia 1996) pp. 89-91
5 R. Risaliti Antifascismo e Resistenza nel Pistoiese (Pistoia, Tellini 1976) pp. 213-214
6 Marco Francini (editor) La Guerra che ho vissuto. I sentieri della memoria (Pistoia, Unicoop Firenze-Sezione Soci Pistoia, 1997) p. 364
7 R. Corsini “Le tappe della vita di Silvano Fedi” in Bollettino Archivio G. Pinelli, No 5 (July 1995)
8 Besides the materials cited above, for Silvano Fedi, see R. Bardelli-M. Francini Pistoia e Resistenza(Pistoia, Tellini 1980) pp. 59-62; I. Rossi La ripresa del Movimiento Anarchico e la propaganda orale dal 1943 al 1950 (Pistoia, RL, 1981) pp. 26-30, 133-143: P. Bianconi Gli anarchici italiani nella lotta contro il fascismo (Pistoia, Archivio Famiglia Berneri, 1988), pp. 83-97; A Rivista Anarchica, No 20 (1973) and La scuola nel regime fascista: il caso del Liceo classico a Pistoia(Pistoia, Amministrazione comunale, 1977) pp. 51, 55
Translated by: Paul Sharkey.
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