Questa mattina nella Sala Maggiore del Palazzo
Comunale di Pistoia la CNA festeggerà i suoi 60 anni ed in tale occasione verrà
presentato anche un libro, dal titolo "Insieme per Crescere", scritto
da Fabio Fondatori e curato da Fabio De Poli, Alberto Cipriani e Andrea
Ottanelli, che ripercorre le vicende della Cna in particolare, dal 2003 al 2013,
a stare a quanto ho letto ieri dalla cronaca di Pistoia dei due principali quotidiani
toscani “La Nazione” ed “Il Tirreno”.
Non ho ancora visto il volume di Fondatori, ma penso, senza alcuna
presunzione, sia un po’ la continuazione del libro che scrissi, su incarico
della CNA, per la storia dei cinquant’anni dell’Associazione nel 2003 dal
titolo: La CNA e gli imprenditori
artigiani. Documenti e appunti per una storia pistoiese. In effetti l’amico
Sergio Giusti, Direttore Cna, qualche anno dopo la pubblicazione di questa mia “fatica”
mi aveva proposto di curare una pubblicazione che prendesse in esame gli anni
successivi dell’Associazione, proposta che purtroppo dovetti declinare per
precedenti impegni presi.
A
questa benemerita Associazione sono particolarmente affezionato perché vi
lavorai, trovandomici bene (la lasciai solo per altre scelte elettive,
volendomi occupare, come poi ho fatto, di istituti culturali) in tempi lontani,
dal 1974 al 1976, quando i due principali dirigenti erano Sergio Cipriani ed
Aldemaro Gori, ed occupandomi come tributarista (mestiere che oggi ho
completamente dimenticato!) insieme al compianto amico Giuseppe Bianchi degli
uffici di Pescia, Montale e Quarrata.
Ecco
perché, facendo i migliori auguri all’Associazione per il suo Sessantesimo
anniversario ed alla nuova pubblicazione che lo accompagna, colgo l’occasione
per ripubblicare qui (dopo averlo fatto anche sul mio precedente blog historiablogori.splinder.com,
tutt’ora leggibile “in archivio” sul web) un articolo che pubblicai per la
rivista “Microstoria” e che essenzialmente costituiva anche l’introduzione al mio
sudetto libro pubblicato in occasione del Cinquantenario 1953-2003 aggiungendo in immagine, articoli uscit in quell'occasione su "La Nazione" ed "Il Tirreno".
“La
CNA pistoiese, festeggia quest'anno il Cinquantenario della sua fondazione, fra
breve, su questo importante anniversario verrà pubblicato un nostro libro che
ripercorrerà i momenti salienti della storia di questa associazione, questo
articolo ne è l’introduzione.
Era
infatti l'aprile 1953 quando alcuni artigiani, il giorno 19, si riunirono in
uno stanzino della Corale Mabellini in via della Madonna e
"...raccogliendo l'appello della Confederazione Nazionale
dell'Artigianato", costituirono "L'Artigianato Pistoiese" ed
elessero il primo Consiglio Direttivo composto da: Bruno Valiani, falegname,
Presidente; Venos Buscioni, sarto; Aldino Salvestrini, fonditore; Vittorio
Mazzei, parrucchiere per signora; Renato Mori, meccanico; Nello Biagini,
tornitore in legno; Gino Cappellini, tappezziere; Fabio Favelli, barbiere; Gino
Susini, falegname; Santo Fioravante, verniciatore in pelle; Guglielmo Otello,
sarto; Mario Innocenti, falegname; Silvano Giovannetti, meccanico; Ovidio
Trinci, falegname; Enrico Chiavacci, staderaio.
Questa
scelta trovava i suoi concreti presupposti in un altro atto dell'anno
precedente quando, per iniziativa di un gruppo di cittadini composto da
artigiani, commercianti e coltivatori diretti, si era costituita la Mutua
"L'Unitaria". Fino a ad allora gli artigiani pistoiesi erano stati
rappresentati unicamente dalla Confederazione Generale dell'Artigianato, oggi
meglio nota come Confartigianato, la cui sede era allora in Piazza Garibaldi
nello stesso edificio dell'associazione degli industriali.
L'
”Artigianato Pistoiese” aderente alla CNA, nacque dunque da una scissione “da
sinistra” nel pieno dei duri anni della ricostruzione e della “guerra fredda”,
anni contrassegnati anche in Italia da aspri conflitti sociali e rigide e
fideistiche contrapposizioni politiche. Non a caso proprio il 1953 è ricordato,
tra l'altro, come l'anno della cosiddetta “legge truffa”, in sostanza un
“premio” in seggi per la coalizione governativa guidata dal democristiano De
Gasperi che solo per pochi voti non poté scattare nelle elezioni del giugno. Fu
dunque per semplici motivi di “obbedienza” politica ai partiti di sinistra e
per meri fini elettoralistici, come sostenne allora la Confartigianato nel suo
bollettino, che nacque la CNA pistoiese? Mario Innocenti, l'unico in vita del
piccolo gruppo dei fondatori, ha dato recentemente questa risposta: “Noi
artigiani, per ovvi motivi politici, ma non solo, non ci sentivamo
rappresentati in modo adeguato dalla Confartigianato e quindi pensammo di
fondare la Cna con la speranza di ottenere qualcosa in più, soprattutto dal
punto di vista dei diritti.” Infatti in quel periodo in Toscana in conseguenza,
delle modificazioni intervenute nel tessuto economico del Paese anche le
categorie artigiane stavano subendo una trasformazione strutturale. Dalla
disgregazione dell'economia contadina, stava nascendo il nuovo artigianato e
quella piccola industria che hanno poi caratterizzato l'economia provinciale.
Dalle fabbriche tessili di Prato venivano nel contempo espulsi a centinaia i
tessitori, ampliando a dismisura quel fenomeno delle lavorazioni conto terzi
presto dilagate in tanti altri settori, nell'abbigliamento anzitutto, ma anche
nella meccanica, nel mobile, nel calzaturiero. Per i fondatori del CNA, in
questo universo che cambiava, la linea dominante dell'allora Confederazione
Generale dell'Artigianato, non forniva una risposta esauriente alle aspettative
delle categorie artigiane perché inserita in una strategia che optava per una
lotta corporativa separata da una lotta sindacale veramente democratica capace
di vedere i problemi di tutti, di capire la società nel suo complesso e quindi
di far crescere l'artigianato insieme a tutto il Paese. Veniva inoltre
rimproverata alla Confartigianato una politica di alleanza con la Confindustria
e con i partiti governativi segnata da un paternalismo che fino ad allora non
aveva risolto i problemi degli artigiani: in primo luogo l'istituzione
dell'albo che finalmente avrebbe riconosciuto i doveri, ma anche i diritti, le
peculiarità e le esigenze di questa categoria, poi la necessità impellente di
una tutela sanitaria e pensionistica ed infine, ma soprattutto, la volontà di
non esser tagliati fuori dai processi economici e sociali di ricostruzione del
Paese.
La
Cna pistoiese nasce quindi dalla consapevolezza che gli artigiani non potevano
aspettarsi tutto questo, se rimanevano nel chiuso della loro
"bottega" e nelle condizioni di marginalità in cui era nato ed era
inizialmente cresciuto il fenomeno "artigianato" nel dopoguerra.
Subire una politica fatta di concessioni paternalistiche inoltre avrebbe
comportato nel medio e nel lungo periodo la paralisi dell'artigianato stesso e
dell'economia delle zone ormai caratterizzate dalla determinante presenza
artigiana come Agliana e Montale (tessile), Quarrata (mobile e tessile),
Monsummano (calzature), Larciano (scope), Pistoia (abbigliamento, meccanica
ecc.), la Montagna (meccanica). La CNA intraprende quindi la linea di un
diretto e deciso intervento sui problemi della categoria ed è dagli anni in cui
il Paese si avvia verso il cosiddetto “boom economico”, che l'Associazione,
comincia a riscuotere sempre maggiori adesioni che le permettono da un lato di
estendere il gruppo dirigente artigiano e dall'altro di stabilizzare ed
allargare lo staff dei funzionari. Non vi erano più zone che noti venissero
"toccate" dal CNA che in questo periodo apre uffici o recapiti a
Montecatini, Pescia, Larciano, Lamporecchio Agliana, Quarrata, Ponte
Buggianese, intanto, mentre a livello territoriale si formavano i comitati
comunali, cominciavano anche a
costituirsi le organizzazioni “verticali” di mestiere.
Sergio
Cipriani, segretario del Cna dal 1958 al 1975, così descrive quel periodo “i
nostri rappresentanti andavano bottega per bottega …fu soprattutto con le
grandi iniziative di alcune categorie che conquistammo una larga maggioranza
fra gli artigiani..I tessitori ad esempio fermarono i telai per oltre venti
giorni…Altre grandi iniziative, quali quella degli autotrasportatori, degli
acconciatori, degli idraulici e di altri ampliarono la nostra associazione”.
Lotte combattute e vinte, incomprese inizialmente dai dirigenti di altre
organizzazioni, che hanno segnato, come quelle dei tessili, il destino dell'
economia di intere zone “perché – come ricordava Rossana Paccagnini - dare al tessitori
una tariffa più giusta ha voluto dire lavoro, respiro e sviluppo per
l'edilizia, per il commercio, per altre attività produttive, per le
professioni, per le finanze comunali di gran parte della provincia.”
Intanto,
altro segno del consolidamento del CNA pistoiese, nel 1963 l'associazione si
era spostata, da via Del Duca, nei
locali, acquistati, di via della Madonna n. 33, per lungo tempo sede “storica”
dell' “Artigianato Pistoiese”. Molti ricordano le cronache della stampa locale
di quegli anni contrassegnate da
un'aspra polemica fra le associazioni artigiane di “via della Madonna” (CNA) e
Piazza Garibaldi (Confartigianato), soprattutto in occasione di manifestazioni
sindacali o delle elezioni per l'Albo (CPA) e la Cassa Mutua, una contrapposizione
che, malgrado gli appelli della CNA a trovare l'unità degli artigiani sui
problemi concreti, comincerà faticosamente a ricomporsi solo a partire dal 1971
con la prima lotta unitaria nella provincia, per arrivare nel corso degli anni
a sempre maggiori intese come, ma solo per citarne una, quella attuale sul
credito alle imprese (Artigiancredito).
Ma
torniamo alla Pistoia degli anni Settanta che sono quelli in cui , anche in
coincidenza con il mutamento in senso democratico del Paese (ad es. vengono
varate le Regioni), si creano i presupposti dell'artigianato e
dell'associazione odierna. E' nel giugno del 1970 che intanto verrà finalmente
modificata la legge per la CPA: il Presidente della Commissione dovrà comunque
essere un artigiano eletto dalla categoria e cesserà così, anche sotto questo
profilo, la abnorme situazione in atto da diversi anni a Pistoia che vedeva
alla massima carica rappresentativa dell'Artigianato una persona nominata dal
Prefetto. In questo organismo, come nella Cassa Mutua, la CNA pistoiese
conquisterà poi, a partire dalle elezioni artigiane di quegli anni, una solida
maggioranza.
L'associazione
poi, il 16 luglio 1971, da vita al patronato Epasa, mentre sul piano dei
servizi di consulenza tributaria, gestionale ed amministrativa, qualche anno
dopo, costituisce il Centro Servizi per l'Artigianato dove, tra l'altro
iniziano “a farsi le ossa” molti funzionari dell'attuale quadro dirigente.
Nascono anche i consorzi tra imprese (la SPAR, per gli autotrasportatori, il
CLAP per le lavanderie, il CAIAP per gli idraulici, ecc.) per facilitare gli
acquisti di materie prime e per acquisire i lavori più grandi; quel sistema
esiste ancora oggi ed è un valido punto di riferimento per tutta l'economia. Lo
sviluppo industriale impone in questo periodo anche alle imprese artigiane
nuovi ed adeguati spazi per lavorare e per produrre così a Pistoia viene creata
la zona industriale di S. Agostino dove, in via Fermi, la CNA costruirà la sua nuova nella quale,dal
5 giugno 1978, trasferirà gli uffici; sempre in questo anno verrà istituito,
con le caratteristiche che in parte oggi conosciamo, il Servizio Sanitario
Nazionale ed in esso confluirà la Cassa Mutua degli artigiani che si era
distinta per un alto livello di organizzazione, servizi e strutture.
Soffermarsi
sulla storia dell'associazione e dell'artigianato a Pistoia negli ultimi
vent'anni ci porterebbe a seguire un lungo percorso che si snoda nella cronaca
più recente.
A
grandi linee rileviamo che gli anni Ottanta costituiscono il periodo della
qualificazione per lo sviluppo delle imprese, si investe in formazione
imprenditoriale, in iniziative collettive di promozione e valorizzazione
commerciale dell'artigianato e l'associazione si adegua alle nuove esigenze
delle imprese artigiane che crescono e necessitano di servizi e consulenze
adeguate. Gli anni Novanta, segnati dall'informatica, vedono il diffondersi di
una nuova cultura imprenditoriale, il sistema dell'artigianato e delle piccole
imprese entra sempre più sui mercati esteri,
l'associazione affronta anche i temi internazionali promovendo anche la
nascita di consorzi per l'esportazione.
In
sostanza tutto un mondo che appare oggi cambiato rispetto a quel 19 aprile
1953, ma "Oggi, come allora - come
ha recentemente affermato il Presidente Rinaldo Incerpi - la Cna è fatta di di donne e uomini che con
la loro passione e la loro intelligenza, ogni giorno, si confrontano con
problemi e prospettive nuove avendo nel cuore e nella testa la cultura del
lavoro quale valore essenziale per la costruzione di una società più
giusta".
Cinquanta
anni ben portati per la CNA pistoiese!”
Tratto dall'articolo: C.O. Gori, I cinquant’anni della CNA di Pistoia. La lunga marcia di un’associazione di categoria forgiata nello spirito della Ricostruzione, in "Microstoria, n. 31 (set.-ott. 2003).
Attenzione: il post di questo blog e questi articoli sono riproducibili parzialmente o totalmente solo previo consenso o citazione esplicita dell'autore e del sito web e/o rivista.
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