Pagine

giovedì 19 gennaio 2012

Carlo Onofrio Gori. Resistenza. Manrico Ducceschi "Pippo"


Vita e morte del Comandante "Pippo”

Per la coscienza di molti giovani l'armistizio dell' 8 settembre 1943 e l'occupazione tedesca, comportando scelte drammatiche, furono come una cartina di tornasole: molti si nascosero o si defilarono; alcuni, per paura, fede o malinteso senso dell’onore, scelsero di aderire alla “repubblichina” fascista; non pochi seppero invece reagire e scegliere con maturità e sicurezza, in modi e tempi diversi, la strada della Resistenza. In alcuni emersero attitudini e qualità che altrimenti sarebbero forse rimaste per sempre sopite: ci sembra questo il percorso del pistoiese Manrico Ducceschi, ricordato solo fino a pochi anni prima negli ambienti dell'élite un po' conformista e provinciale del cittadino liceo "Forteguerri", come studente, indubbiamente intelligente, ma dispersivo e non certo brillante.  
Ducceschi nacque a Capua l’11 settembre 1920, da Fernando, pistoiese, agronomo, e da Matilde Bonaccio, casalinga; avrà poi una sorella, Leila. Compiuti gli studi medi e superiori a Pistoia si iscrisse e frequentò, in questo caso con profitto, la Facoltà di Lettere di Firenze prendendo anche contatto con "Giustizia e Libertà", ma nemmeno in quell'ambiente sembrò particolarmente distinguersi ed emergere. L'armistizio trova Ducceschi a Tarquinia, allievo ufficiale del V Rgt. Alpini. Manrico riesce a sottrarsi alla cattura tedesca ed a rientrare a Pistoia, dove abitava in via Bellini 3, dirigendosi subito dopo a Firenze dove riprende i contatti col Partito d'Azione. Inviato sulla Montagna pistoiese con pochi compagni, assume inizialmente il nome di battaglia di “Pontito” e mostra ben presto insospettate doti di organizzatore. Già a metà settembre, costituisce la prima brigata "Rosselli" ed in questo primo periodo, che va dal settembre 1943 al gennaio 1944, gli sforzi sono indirizzati all'organizzazione: prende contatti col Cln di Lucca, recupera armi, costituisce una rete di supporto, inserimento e preparazione di nuovi combattenti e, creando in tutta la zona nuclei di informatori e simpatizzanti sulla base di solide relazioni con parroci, pastori e con qualche comandante di stazione dei carabinieri; assorbe poi alcune formazioni minori del Pesciatino e della Lucchesia con i cui uomini intraprende le prime azioni di sabotaggio: crea insomma quell’atmosfera di entusiasmo e collaborazione che sarà la base essenziale per i successi del 1944 e del 1945. Assunto il nome di battaglia di “Pippo”, riferendosi ad uno pseudonimo usato da Giuseppe Mazzini (come ci ha recentemente confermato Carlo Gabrielli Rosi, suo seguace di quel tempo), stabilisce poi il quartier generale alle Tre Potenze e organizza i suoi uomini in settori, gruppi e distaccamenti, giungendo via via a coprire un vasto e nevralgico settore nella zona della Linea Gotica: dalla Val di Lima, all'Abetone, da parte dell'Appennino modenese, alla Garfagnana ed alle valli del Pescia e della Nievole; rientra, tra l'altro, nel suo campo d'azione, la Statale 12 dell'Abetone e del Brennero, fondamentale per gli spostamenti delle truppe nazifasciste. Il 16 marzo 1944 la formazione assumerà "dietro parere concorde di tutti i componenti" la denominazione ufficiale di "Esercito di Liberazione Nazionale-XI Zona Militare Patriotti" prendendo l'impegno, sempre gelosamente difeso dal suo comandante, di darsi “un carattere essenzialmente apolitico e ... fini esclusivamente militari e patriottici". “Pippo” infatti, pur accogliendo fra le sue, file antifascisti di appartenenza o di estrazione politica eterogenea (giellisti, monarchici, anarchici, comunisti, senza partito), vedeva tuttavia nel dibattito politico e nelle divisioni partitiche un serio ostacolo ad un rapida vittoria contro il nazifascismo . Vale la pena, a questo proposito, citare un brano scritto nel 1957 da Maria Luigia Guaita, inviata nel giugno del 1944 presso di lui dal CTLN per ottenerne una relazione: «Pippo ... era uno dei comandanti più autorevoli e stimati di tutta la Toscana ... Già a giugno aveva sotto di sé più di mille uomini, ormai equipaggiati e armati, la formazione più forte di tutto il pistoiese e dintorni... Era il migliore dei nostri comandanti. Lo ricordavo appena dieci mesi prima studente di lettere timido, serio, il più giovane fra gli amici... ora lo guardavo... comandante partigiano. Ancora più magro più calvo, ma abbronzato e sicuro di sé incuteva soggezione e affetto ... gli dissi quello che volevano conoscere al comando militare ... Tornò ... con ... le indicazioni richieste ... Allora ... gli mostrai varie copie dei punti programmatici dei Partito d'Azione e altri opuscoli di propaganda. Per i politici era importante quanto il combattere che i partigiani ... maturassero nelle idee ... Pippo sorrideva ..."Non li butterai mica via? ... Ci costano tanto di ansie e di soldi!". “E chissà quante discussioni” disse Pippo e rideva, .... ma mi accorsi che nel fondo era triste e deluso ... E scoteva la testa» . Questa maturata e crescente attenzione agli aspetti militari dell'azione partigiana, piuttosto che a quelli di scelta e di equilibrio politico, porterà Ducceschi a sottrarsi sempre più all'autorità dei CLN ed privilegiare rapporti diretti soprattutto con gli Alleati, ma anche, in rari casi, con emissari "badogliani" del governo del Sud, per questo verrà poi da più parti ingiustamente qualificato, lui sostenitore della forma repubblicana, come "monarchico". Malgrado i dissidi, tutto ciò non impedirà, tuttavia, in alcune occasioni, sia la collaborazione dell'XI Zona con i CLN locali, sia, spesso pur fra divergenti opzioni operative, con altre formazioni politicamente caratterizzate come la pistoiese "Bozzi", organizzata dal PCI, e le formazioni emiliane comandate da "Armando" . Compiuta una scelta prettamente "militare", "Pippo" dimostra appieno le sue capacità: i suoi distaccamenti attaccano i presidi nazifascisti, resistono con efficacia ai rastrellamenti ed ingaggiano vere e proprie battaglie, sovente vittoriose, contro ingenti convogli nemici nelle quali a volte usufruiscono dell'appoggio aereo alleato. “Pippo” è infatti collegato, tramite il pistoiese Giovanni La Loggia, amico di Silvano Fedi ed agente dell' Oss paracadutato ed aggregato al suo gruppo, conl'intelligence americana, impegnata nel pesciatino con le missioni "Berta" e "Carnation", e grazie a ciò verrà rifornito con aviolanci ed allaccerà poi, "sul campo", ottimi rapporti con le truppe brasiliane e statunitensi. Il grande credito riscosso via via da "Pippo" presso gli Alleati è anche conseguenza di una clamorosa azione condotta l'8 giugno 1944 da alcuni suoi uomini nei pressi dell'Abetone in seguito alla quale rimane ucciso l'ammiraglio Mitsunobu, addetto militare giapponese presso la RSI e vengono rinvenuti e poi consegnati agli americani importantissimi documenti , alcuni dei quali, come ci ha recentemente assicurato Tiziano Palandri, vice-comandante della formazione, risultano tutt’ora secretati. Dopo la liberazione di Bagni di Lucca (28.9.45), e di Barga (9.10.45), raggiunti dalla V Armata, i partigiani di Ducceschi, dall'ottobre 1944 prestano servizio "come truppa di linea inquadrata in forma di reparto regolare ed organico" , poi denominata "Battaglione Autonomo Patrioti Italiani Pippo" e, con divise ed equipaggiamento americano, contribuiscono a "tenere" ben 40 km del fronte, dalla Garfagnana all'Appennino pistoiese opponendosi alle forze tedesche ed ad alcuni contingenti delle divisioni "Italia", "San Marco" e "Monterosa" della RSI. In particolare nel momento della forte offensiva scatenata in Garfagnana nei giorni del Natale 1944 (in contemporanea con quella più ampia sviluppata nelle Ardenne) dalle truppe nazifasciste, essi al prezzo di numerosi caduti e dispersi, ressero efficacemente nella zona di Sommocolonia e sulla parte destra del Serchio, e pur dovendo necessariamente ripiegare, diedero tuttavia il tempo necessario alle truppe alleate per potersi riorganizzare e condurre con successo la controffensiva. La formazione di "Pippo" fu quindi la sola unità partigiana toscana (una delle poche in Italia) mantenuta in linea dagli Alleati "in piena efficienza e con tutti gli uomini accanto alle loro truppe" ; inoltre a quanto ci risulta, con la 28° Brigata garibaldina “M. Gordini” di “Bulow” Boldrini e la Brigata “Maiella” di Ettore Troilo, che operarono nella parte adriatica del fronte, essa fu una delle sole tre formazioni partigiane a cui fu concesso, per riconosciuta capacità militare, di avanzare insieme a loro nell’offensiva finale: anche per questo è stata poi giustamente (ma forse meno delle altre due) ricordata come "una delle più importanti ... che abbiano operato ... nella Resistenza italiana" .Gli uomini di “Pippo”, spesso precedendo le truppe alleate, partecipano così alla liberazione di Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza (dove tra l'altro si svolse un aspro combattimento con molti feriti ed un caduto) ed entrano successivamente in Milano e questa nuova prova di valore valse l'ammirazione profonda e la definitiva stima degli Alleati tanto che fu loro ulteriormente accordato "l'onore di tenere le armi e di combattere fino ai territori tedeschi, onore che non avemmo il tempo di godere   ricordò Lindano Zanchi, nel dopoguerra attivista del PCI pistoiese - perché quando stavamo per partire la Germania capitolò; cosicché l'onore delle armi ci fu consentito per il rientro alla nostra sede. Infatti, noi rientrammo all'Abetone con tutti gli automezzi ... e con le armi. Lì all'Abetone le depositammo per consegnarle". “Pippo”, decorato con la "Bronze Star" americana, nel dopoguerra si trasferisce a Lucca dove risiede in Piazza San Michele. Non è un buon momento per il Comandante: prevalgono ora fra i partiti della Resistenza quelle diatribe politiche che tanto lo avevano disgustato durante la lotta armata e che non aveva mai saputo o voluto comprendere e che ora vede di ostacolo all’urgenza di una patria nuova da ricostruire; subisce anche molti processi per le azioni e le condanne da lui decretate nei confronti di fascisti colpevoli, dai quali peraltro esce sempre assolto come uomo dalle indiscutibili qualità morali . Fra il '47 ed il '48, nel clima della guerra fredda, riprendono i contatti fra “Pippo” e gli americani, in quanto il Comandante sembra disponibile a tornare in montagna con un gruppo selezionato di suoi collaboratori, nell’eventualità, allora molto temuta in ambito moderato, di una invasione sovietica del Paese; rifiuta comunque l'ipotesi di qualsiasi possibile contatto con ex-repubblichini. Nelle prime ore del pomeriggio di giovedì 26 agosto 1948, Ducceschi viene trovato impiccato nella camera della sua abitazione: suicidio, diranno le indagini, ma sulle circostanze della sua morte, che risale a due giorni prima, molti dei suoi collaboratori nutriranno sempre dubbi, avanzando ipotesi di responsabilità e scenari e fra loro molto diversi ed anche contrastanti. Le successive inchieste giudiziarie, più volte riaperte, anche in tempi recenti, pur non fugando i dubbi, hanno tuttavia finora ufficialmente confermato il verdetto iniziale. I funerali del Comandante furono celebrati a Lucca "in forma particolarmente solenne" il 28 agosto ed un picchetto della Divisione "Friuli" gli rese gli onori militari.
                                                                                         
                                                                




             Carlo Onofrio Gori 


Carlo O. Gori e Giorgio Petracchi
Nella foto sopra da sin.: io, 
il Prof. Giorgio Petracchi. 
autore del fondamentale
libro su "Pippo" 
Al tempo che Berta Filava 
e, seminascosto, Andrea Ottanelli.


Carlo O. Gori, “Pippo” partigiano senza parte, in “Microstoria”, n. 40 (mar./apr. 2005);
C.O. Gori, Manrico Ducceschi: vita e morte di un partigiano, in “Patria indipendente”, n. 5 (21 mag. 2006), 
I suddetti articoli sono consultabili con note anche sul bel sito di Laura Poggiani (nipote del Comandante): :
 vd. anche:



Questo articolo è riproducibile, del tutto o in parte, avendo però cura di citare chiaramente l'autore e le fonti.  


Monument Dedicated to Pippo’s Brigades


By Albert R. Materazzi
On July 31, 2005 a ceremony dedicating a monument was held at Pian Novello honoring Partisans of the Eleventh Zone Partisans Brigades (whose commander was the late Manfredo Duccceschi aka Pippo) and Fifth Army Soldiers who made the “ultimate sacrifice” in the war to liberate Italy from the cruel Nazi/Fascists. Sponsoring it were veterans of the Brigades led by OSSer Tiziano Palandri, wartime vice commander of the Brigades, and the commune of Cutigliano near where it was erected. 
This event is unique; nowhere in Italy has the USA OSS assistance been so recognized.
The principle orator was historian Prof.Carlo O. Gori of the University of Pistoia. His speech was written with the assistance of Tiziano. He paid tribute to the help and courage  of the Americans, and noted the numerous documents from NARA we furnished that enrich the town’s historical archives.
After Rome was liberated, seven of its best divisions were transferred to the Seventh Army for the invasion of southern France. As the result, the Fifth Army was unable to breach the German Gothic line. The war in Italy became the “forgotten war” during one of the worst winters in Italy’s history in what turned out to be a stalemate. The Allied troops were spread thin. The inexperienced and poorly
trained 92nd division anchored the western edge of the Allied line.
During the advance the army came into contact with the Pippo Brigades in the Serchio valley that parallels the coast. It was based in Barga, located in the no-man’s land of the opposing armies. It was obvious that the partisans could be a great asset. The OSS Fifth Army Detachment was responsible for furnishing tactical intelligence and nurturing the partisan effort. Lacking sufficient personnel, five
officers and twenty enlisted men from the Italian OGs were placed on detached service to assist them. The area was in the II Corps sector, for which the late Maj. Stephen Rossetti was the OSS liaison officer. He placed OG. Capt. Gerald Sabatino with the Pippo Brigades who noted his courage
and ability. Using mules, supplies were sent to them over the mountains On Christmas Day 1944, the Fascist Monte Rosa Division,reconstituted and including German officers and specialists, attacked the 92nd Division positions in the Serchio Valley. The inexperienced soldiers panicked and retreated, placing the port of Leghorn in jeopardy. The next day the Pippo brigade struck the flanks of the invaders at Sommocolonnia. Fearing a trap the Monte Rosa retreated. 
The Pippo Brigades continued fighting alongside the allies until they reached Milan.

                           "The O.S.S. Society Inc." (Winter 2006)


Questo articolo è riproducibile, del tutto o in parte, avendo però cura di citare chiaramente l'autore e le fonti.  

_______________________________________________________________________

Notizia relativa al blog http://historiablogori.splinder.com


 Da:Splinder <supporto@splinder.com>   [Aggiungi alla rubrica]
 A:cog@interfree.it
 Data:19 Gen 2012 - 16:43
 Oggetto:Dismissione splinder


Splinder
Caro Blogger,

Ti ricordiamo che il 31 Gennaio 2012 il servizio Splinder sul quale hai realizzato il tuo blog historiablogori, verrà dismesso. 

2 commenti:

  1. Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
    nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia
    Aderente all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia "Ferruccio Parri"
    13019 Varallo - via D'Adda, 6 - tel. 0163-52005; fax 0163-562289
    istituto@storia900bivc.it
    www.storia900bivc.it
    È uscito l’ottantasettesimo numero de “l’impegno”, rivista dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia.
    L’ultimo numero della rivista è in vendita nella sede dell’Istituto (via D’Adda, 6, Varallo), al prezzo di 10,00 euro. Dal 2012 scatteranno gli adeguamenti tariffari imposti dai costi generali, di seguito riassunti:
    singolo numero 12 euro; abbonamento annuale 20 euro; formula abbonamento annuale + tessera associativa 32 euro.
    Conto corrente postale per i versamenti n. 10261139, intestato all’Istituto.

    RispondiElimina
  2. Consuelo Cecconi 21 giugno 22.09.59
    lo farò senz'altro, Ducceschi è una figura che mi ha sempre affascinato anche in relazione alle vicende immediatamente post belliche, alle vicende del triangolo rosso, cui la fine del Comandante è sostanzialmente assimilabile, a quello scorcio di storia locale e interregionale che resta pervicacemente avvolta nel sonno della storia, per ragioni che lei comprende e conosce assai meglio di me...

    Carlo Onofrio Gori 21 giugno 22.03.58
    ...l'opera della sig.ra Laura è benemerita, Le consiglio di contattarla, è molto disponibile, lo faccia a nome mio e me la saluti...

    Consuelo Cecconi 21 giugno 21.58.52
    Grazie, ero certa che mi sarebbe arrivata da Lei una "dritta" per approfondire:-)

    Carlo Onofrio Gori 21 giugno 21.56.47
    gentilissima signora Consuelo, mi permetto di segnalarLe, ma sicuramente ne è al corrente, che c'è la signora prof.ssa Laura Poggiani, nipote del Comandante, che sono onorato di conoscere e che gestisce un bellissimo sito http://www.facebook.com/l/29de6n9_YZC1ZvLTWP86s6XrzwA/www.manricoducceschi.it, nel quale inserisce molti documenti che via, via acquisisce su "Pippo"...cordialissimi saluti...a presto!
    Post originale

    Consuelo Cecconi 21 giugno 21.46.42
    Ogni anno in questo periodo spendo un pensiero per grandissimo pistoiese del passato Manrico Ducceschi, il leggendario capitano Pippo. Accadde infatti che l' 8.06.1944 Toyo Mitunobu,(9 ottobre 1897 - 8 giugno 1944) contrammiraglio giapponese accreditato presso la RSI in Italia stava andando a Merano per una Conferenza navale dell'"Asse" insieme al suo assistente Yamanaka. A Pianosinatico (vicino al passo dell'Abetone) lungo la "Linea Gotica", la sua macchina fu fermata da XI Zona Patrioti, comandati da Manrico Ducceschi ("Pippo") e quando tentò di scappare, fu ucciso e furono trovati molti documenti importanti riguardanti la zona di guerra dell'Oceano Pacifico, permettendo più tardi importanti azioni per la vittoria finale dell'esercito degli Stati Uniti. Il nostro storico pistoiese Carlo Onofrio Gori ha testimonianza di prima mano di Tiziano Palandri, vice-comandante della formazione, secondo cui alcuni degli importantissimi documenti della spia giapponese risultano a tutt'oggi secretati. Ducceschi, che fu ?suicidato? nel 1948 da una frangia partigiana locale della quale Pippo voleva denunciare le razzie e i mille reati in danno della popolazione, è stato onorato direttamente dal Presidente Americano della Bronze Star. Naturalmente non ha mai ricevuto nessuna onorificenza da parte dello stato italiano. Tutto questo per chiedervi se avete del materiale documentario relativo al Capitano Pippo, alle sue azioni di guerriglia, ai luoghi che videro nascere il suo mito.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.