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giovedì 1 dicembre 2011

Carlo Onofrio Gori. Risorgimento. Pistoia 1849: la morte di Attilio Frosini. 2011 - 150th Anniversary of the Unification of Italy

Pistoia 1849: la morte di Attilio Frosini

Sono le otto di sera del 28 giugno 1849 quando il giovane Attilio Frosini, dopo aver fatto una passaggiata nella campagna fuori Porta Lucchese, passa per l'attuale via Puccini e si avvia verso la sua casa di via della Pillotta (ora via Verdi, n. 30).
Attilio è uno studente del liceo Forteguerri, nato il 10 marzo 1833 da Agostino e Annunziata Sassoli: un domestico presso la famiglia Marchetti ed una stiratrice. Pistoia è occupata dal 23 maggio dalle truppe austriache che dopo gli straordinari avvenimenti italiani del 1848-1849, stanno riportando l’ “ordine” nella Penisola e restaurando in Toscana la sovranità del granduca Leopoldo II di Lorena.
Sotto le colonne del Palazzo Vescovile, dove è di stanza un battaglione asburgico comandato del ten. col. De Mayer, il giovane vede la sentinella, il soldato gli sembra di nazionalità ungherese e quindi  esclama: "Viva Kossuth”!  Il soldato finge di condividere quel giovanile entusiasmo per il campione dell'Indipendenza magiara dall’Impero e risponde con ugual grido, mentre altri suoi commilitoni escono sorridenti dal corpo di guardia del palazzo ed invitano l’italiano ad entrare. A quel punto tutti gli sono addosso e l'arrestano e solo allora il giovane pistoiese amaramente si accorge di esser caduto in una perfida trappola.
Infatti quella che sembra una semplice giovanile “bravata” assume rapidamente toni drammatici: Attilio è subito sottoposto da un tribunale militare a giudizio sommario per istigazione alla diserzione di soldati asburgici ed è condannato allo strangolamento, pena commutata in fucilazione eseguita il giorno dopo alle ore 21 alla Fortezza di S. Barbara.
La notizia dell’arresto destò sensazione in città: prima che la spoporzionata e crudele condanna avesse corso, nella speranza di salvargli la vita, da varie parti si cercò di farlo passare per un diciassettenne sempliciotto ed un po’ squilibrato, mentre dopo l’Unità d’Italia la sua figura verrà invece esaltata come quella di un consapevole ed irriducibile patriota.
Attilio, molto probabilmente, come l’intreccio di varie testimonianze dimostrerà, non era né l’uno né l’altro. Era entusiasta, come tanti studenti suoi coetanei, per gli ideali italiani, ma per una sua generosa, quanto ingenua e realisticamente inopportuna, “leggerezza” (quello non era certo l’atteggiamento di un “cospiratore”!) si trovò, suo malgrado, coinvolto in una vicenda più grande di lui. 

Gli austriaci, che già con un feroce bombardamento ed oltre trecento patrioti fucilati avevano stroncato la resistenza popolare e repubblicana di Livorno, aspettavano infatti l’occasione per dare un forte quanto crudele “monito” alla cittadinanza pistoiese che, da vari segnali accaduti nei giorni precedenti (soldati “spariti” in Porta al Borgo, delatori collaborazionisti accoltellati, ecc.), sembrava riottosa a perdere la libertà ed a sottomettersi alla dura legge “restauratrice” degli occupanti. 
In questo clima, la sera del 19 luglio 1849, un altro giovane pistoiese, Sergio Sacconi, nello stesso luogo, al passaggio della corrozza del ten. col. De Mayer, dopo aver tirato una lunga boccata di sigaro, sputerà in terra: inseguito dai soldati i fino al quadrivio di San Vitale verrà ferito a morte da una sciabolata infertagli dallo stesso comandante austriaco.
Anche con il sacrificio di questi giovani martiri pistoiesi del 1849 si compì il lungo e difficile cammino dell’ l’Indipendenza e dell’Unità nazionale.
                                                                    
                                                                      Carlo Onofrio Gori

Risorgimento martyr Attilio Frosini

No mercy from the Austrians fot the seventeen-years-old

It was eight p.m. on June 28, 1849 when the young Attilio Frosini headed home to Via  della Pillotta (today Via Verdi no. 30), passing along is today Via Puccini, after taking a walk in the countryside beyond Porta Lucchese.
Attilio was a student at Forteguerri SecondarySchool, born on March 10, 1833 to Agostino, a servant of the Marchetti family, and Annunziata Sassoli, an ironer. Austrian troops had been occupyng Pistoia since May 23 to restore order  to the Peninsula and reinstate the reign of  Granduca Leopoldo II di Lorena (Grand Duke Leopold II of Lorraine) in Tuscany following the extraordinary events of 1848-1849.
Below the columns of the Palazzo Vescovile, where a Hapsburg battalion led by Lieutnant Colonel De Mayer was stationed, the young man saw the sentry, whom he thought was Hungarian, and exclaimed:  "Viva Kossuth!" The soldier pretended to share his youthful enthusiasm for the campaign for Magyar independence from the Empire  and replied with a similar cry,  while some  of his comrades-in-arm left the guardhouse, smiling as they invited the Italian inside.  Only when they pounced  on him  and arrested him  did the young Pistoia native  realize with bitterness that he had fallen into a nasty trap.
In fact, what seemed at first like a simple "stunt" quickly took a dramatic turn.Attilio was immedialtely subjected to a summary court martial for inciting the desertion  of Hapsburg soldiers and was condemned to death by strangulation...



Tratto dall'articoloCarlo Onofrio Gori, Attilio Frosini, martire del Risorgimento, in "Naturart",  n. 3 (giu. 2011). 

"A look at Pistoia's mark on history on the 150th anniversary of Italy's unification".

http://issuu.com/naturart/docs/www.naturartpistoia.it







Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.

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