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giovedì 15 dicembre 2011

Carlo Onofrio Gori. Risorgimento e...dintorni. Policarpo Petrocchi, pistoiese, letterato e patriota. 1. 2011 - 150th Anniversary of the Unification of Italy


Policarpo Petrocchi, letterato e patriota

Il pistoiese Policarpo Petrocchi (1852-1902) fervente ammiratore del Generale Garibaldi, volle dare, col Novo dizionario universale della lingua italiana, il suo contributo di  letterato e lessicografo agli ideali risorgimentali. L'autore, prefiggendosi con quell’opera di imprimere un impulso efficace all’unificazione linguistica del Paese, aveva infatti scritto: “Attenendoci ad una sola misura, stando a una sola parlata, faremo come tanti bravi soldati intorno a una sola bandiera: forti e uniti combatteremo da forti; faremo finalmente un vocabolario, una grammatica sola, chiara, facile anche per gli stranieri che trovan tanto indigesta la nostra lingua: noi tutti allora ci piglieremo più amore e non ci avverrà più di scambiare quelli del nostro paese per inglesi e tedeschi”. Allora l’Italia era, a livello popolare, una nazione debolmente alfabetizzata ed a tal punto separata dai dialetti che, ad esempio, i non pochi liguri e campani, emigrati fin da fine Ottocento in Argentina, per riuscire a capirsi bene fra loro, dovranno adottare il castigliano con la conseguenza che oggi in quel Paese, abitato per metà da discendenti di italiani, c’è scarsa traccia della nostra lingua. Il vocabolario di Petrocchi, fra Ottocento e Novecento, ebbe fama, circolazione e autorevolezza vastissime tanto che “per oltre mezzo secolo  - fu, come ricorda il suo biografo Luciano Bruschi (Policarpo Petrocchi. Un tempo, un uomo) –  il… più diffuso in Italia e molto ricercato dagli stranieri … perché, utilmente, dà l’indicazione esatta della pronuncia, separando nettamente la lingua viva dalla lingua morta ed è infine, ricchissimo di esempi raccolti dallo stesso autore”. L’opera fu ritenuta per lungo tempo il vocabolario-tipo della lingua italiana tanto che, ancora nel 1952, veniva detto: “non vi è italiano, anche di modesta cultura, che non conosca ed adoperi anche oggi col massimo profitto il Dizionario Universale di Policarpo Petrocchi". Pubblicato dai Fratelli Treves di Milano, uscì a dispense fra il 1884 e il 1890, fu poi raccolto nei due volumi del 1887 e del 1891 e riprodotto più volte fino al 1931. L’impresa dell’unificazione linguistica doveva iniziare fin dai banchi della scuola elementare e proseguire durante tutto il corso degli studi e della vita, per cui l’infaticabile Petrocchi produsse varie edizioni ridotte del “Novo dizionario” affiancandolo ad un voluminoso apparato collaterale di grammatiche, antologie e testi scolastici necessarie per raggiungere un’ampia utenza differenziata. Oggi il “Novo dizionario”, assolto il suo compito pedagogico, resta, nel solco delle teorie linguistiche manzoniane propugnate dal Petrocchi, la testimonianza più viva e più ricca dell'uso del fiorentino e del toscano parlato tardo ottocentesco.  Petrocchi sempre instancabile lavoratore, anche quando dagli anni Novanta in poi la sua salute cominciò ad affievolirsi, fu anche stimato e colto conferenziere in autorevoli circoli culturali, autore di una rilevante produzione letteraria e saggistica della quale occorre qui ricordare un'ottima traduzione dell'Assomoir di Zola, elogiata dallo stesso autore, il libro di novelle Nei boschi incantati, il volume Fiori di campo. Letture toscane, la commediaI Vespri, un saggio contro l’impresa coloniale italiana in Africa (Sopra il cosiddetto possedimento italiano a Massaua. Brevi considerazioni) , alcune poesie, altri saggi critici sul teatro popolare, sulla letteratura ed in particolare sul Manzoni e sul Carducci, che di Petrocchi fu sempre amico malgrado nel 1895 avvenisse per motivi politici un memorabile scontro fra i due. Pistoiese di montagna, Policarpo Petrocchi nacque nel piccolo e suggestivo borgo di Castello di Cireglio  il 16 marzo 1852 da Luigi di Francesco e da Carolina Geri. La famiglia non era povera per quei tempi, ma non poteva nemmeno esser definita benestante. Ben presto Policarpo fu mandato in città presso lo zio prete a studiare da esterno al locale seminario vescovile, ma il ragazzo, intelligente e sensibile, abituato alla libertà campestre, vivrà con amarezza questo periodo. Nel 1869 il giovane Policarpo s’innamora di quella che sarà poi la donna della sua vita Clementina Biagini, figlia di un noto medico pistoiese e destinata al matrimonio col benestante notaio Arcangeli dal quale la donna successivamente si separerà. Sempre nelle stesso anno lascia Pistoia e si sposta a Martinengo, nei pressi di Bergamo, per insegnare italiano in un collegio fondato da un monsignore  amico dello zio prete, mentre l’anno successivo troviamo Petrocchi a Torino docente presso l’Istituto del prof. Lanza. Iniziò così l'altra sua basilare attività, l'insegnamento, che condusse sempre con passione, sia come precettore presso privati, sia in varie scuole d’Italia, ma principalmente al Collegio militare di Milano (poi trasferito a Roma) dove così lo rammentava il Maresciallo d'Italia Enrico Caviglia, già suo allievo: "Fra i miei insegnanti egli ha lasciato nella mia memoria, nella mia anima l'impronta più profonda ... ci apprese ad amare i nostri grandi poeti antichi e moderni ...Faceva il suo dovere d'insegnante con la coscienza scrupolosa di un apostolo, e nello stesso tempo , per la sua natura franca e leale ci apprese ad esprimere apertamente le nostre idee ed a giudicare con libera mente gli uomini e con spirito critico le idee". Di questo temperamento Petrocchi darà in molte occasioni concreta testimonianza, come ad esempio nel 1899, quando, vinto il Premio Siccardi con il libro di impronta pacifista Le Guerre,  con coerenza presenterà le dimissioni (subito respinte) dalla cattedra del Collegio militare;  tra l'altro destinerà totalmente la somma vinta col premio all’attuazione di opere pubbliche in Castello di Cireglio. L'amore per il suo borgo, testimoniato dall'opera postuma Il mio paese, fu infatti costante in Petrocchi. Vi tornava da Milano e poi da Roma ogni estate, con la famiglia che diveniva di volta in volta sempre più numerosa, e nel 1878, se­condo gli scopi e i principi che stavano a cuore a Garibaldi, viaveva costituito la Società Ope­raia di Mutuo Soccorso. Due anni dopo, nel 1880, parimenti promosse, con lo scopo di attrezzare il paese di quei servizi e di quelle infrastrutture essenziali che l’amministrazione comunale di Pistoia non si risolveva a fare, la Società Onore e Lavoro di  cui Garibaldi fu il primo socio onorario (e che esiste tutt’oggi egregiamente guidata dal nipote Guido Petrocchi).La scorretta gestione della cosa pubblica da parte di una classe dirigente pistoiese ritenuta da Policarpo avida ed ottusa fu infatti una delle sue maggiori preoccupazioni tanto che nel 1901, lui che a Milano ed a Roma era in relazione con personalità quali Filippo Turati o Enrico Ferri, non poté esimersi dal partecipare attivamente alle lotte elettorali cittadine sostenendo, purtroppo senza successo, la coalizione dei “partiti popolari” radicali, repubblicani, socialisti che si opponeva allo schieramento moderato-clericale. Da giovane Petrocchi, pur ammirando Garibaldi, aveva avuto come punti di riferimento politico soprattutto Cavour e Vittorio Emanuele II, tuttavia col passare del tempo aveva maturato convinte idee repubblicane mostrando altresì (pur non aderendovi) “rispetto e deferenza” per il partito socialista. A ciò era arrivato soprattutto per un’incondizionata insofferenza verso la persona e la politica corrotta, antipopolare e repressiva che, dopo i trascorsi mazziniani, garibaldini e di “sinistra”, conduceva il presidente del consiglio Crispi sorretto dall’ “aiuto potente della compagine monarchica”. Ai suoi occhi la parabola del politico siciliano, già progressista e trasformatosi poi in paladino della reazione e del colonialismo italiano, era assurta a paradigma del compiuto tradimento delle più alte aspirazioni risorgimentali sulle quali  avrebbe dovuto esser fondata, oltre che l’unità politica, anche l’unità morale della nazione. Per Petrocchi, Garibaldi era l’unico che, per il suo coraggio, la purezza d'animo,  il disinteresse verso gli agi, i lussi e le gratificazioni, l'onestà cristallina nella vita pubblica e l’impegno verso le classi più umili, potesse“ancora accendere, al caso di bisogno, questa materia inerte che è il nostro volgo”.  La notizia della morte improvvisa dell'Eroe  fu quindi per Policarpo un colpo tremendo:  “Non ci volevo credere” dirà, dando  subito disposizioni perché a Castello la Società Onore e Lavoro esponesse “per sei mesi a bruno la bandiera”.  Successivamente quando per il 2 luglio 1882 in Pistoia si organizzarono grandi onoranze funebri, Petrocchi, oltre che far partecipare la Società Onore e Lavoro con sei rappresentanti e con la nuova bandiera, fatta confezionare a Milano per l’ occasione, inviò i saluti dei Generale Ai suoi prodi pistoiesi, che egli stesso aveva raccolto dalla viva voce di Garibaldi nel corso dell’ ultima visita dell' Eroe a Milano. Tuttavia Policarpo non fu contento degli onori che in Italia vennero tributati alla memoria di Garibaldi, dato, tra l’altro, che non era stata rispettata “neanche l'ultima volontà dell'estinto, che coll'essere cremato voleva rispondere con una prova di fatto alla imbecille superstizione dei preti!”.
Questo spirito fieramente anticlericale a cui era pervenuto Petrocchi, non fu mai pregiudizialmente antireligioso e nemmeno anticattolico ed andava ben oltre il dato storico-politico risorgimentale di avversione al potere temporale dei papi caratterizzandosi anche per un connotato morale di critica ad un’ipocrisia ecclesiastica, del cui peso personalmente aveva già sofferto in gioventù  presso lo zio prete e con la quale si era poi scontrato per la vicenda della sua "immorale", ma fondata unione con l’amata Clementina Biagini dalla quale ebbe ben sei figli. E proprio attorniato da quattro dei suoi figli e dagli affezionati compaesani, durante la consueta annuale festa d’estate a Castello di Cireglio, lo colse, il 25 agosto 1902, repentina la morte, stroncando una vita dedicata alla famiglia, al lavoro, allo studio, all’onestà ed a nobili ideali. Notevole fu il cordoglio per la morte di Petrocchi, non solo a Pistoia, ma in tutto il Paese, tanto che persino negli Stati Uniti, a West Pittston-Philadelphia, venne fondata da alcuni emigrati italiani una società di muto soccorso intitolata al suo nome. 
Pistoia nel 2002 ha degnamente ricordato il centenario della morte ed 150° della nascita dell’illustre lessicografo con importanti celebrazioni culminate nel prestigioso Convegno nazionale di dicembre del quale verranno pubblicati e presentati gli atti.

                                                                                                          Carlo Onofrio Gori



Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.



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 Biblioteca Comunale Forteguerriana

Comune di Pistoia - Assessorato alla Cultura
Provincia di Pistoia - Assessorato alla cultura
Biblioteca comunale Forteguerriana
Circoscrizione 3 - Società Onore e Lavoro 1880
Convegno di studi

In onore

di Policarpo Petrocchi


Celebrazioni in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita e del centesimo anniversario della morte
(1852 - 1902 / 2002)
Sabato 7 dicembre 2002
Sala sinodale del'Antico Palazzo dei Vescovi
Piazza del Duomo - Pistoia
(g.c. dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.A.)
Programma
ore 9, saluti di:
Giovanni Capecchi - Assessore alla Cultura del Comune di Pistoia
Luigi Giorgetti - Assessore alla Cultura della Provincia di Pistoia
Riccardo Pallini - Presidente Circoscrizione 3 del Comune di Pistoia
Mario Veltri - Presidente Lions Club Serravalle Pistoiese
Josè Brusco - Presidente Rotary Club Pistoia - Montecatini
ore 10/13, interventi
Presiede i lavori Andrea Ottanelli

Giorgio Petracchi - Università di Udine
Policarpo Petrocchi e il suo tempo

Enrico Ghidetti - Università di Firenze
Petrocchi fra Manzoni e Zola

Paola Manni - Università "G. d'Annunzio", Chieti"
Policarpo Petrocchi e la lingua italiana

Carlo O. Gori - Biblioteca Forteguerriana
Petrocchi e Pistoia. Conoscenza e valorizzazione dei documenti petrocchiani presso la Biblioteca Forteguerriana

Dibattito
ore 13 - 14,30, pausa buffet presso gli Antichi Magazzini del Palazzo Comunale
ore 15 - 18,30, interventi
presiede i lavori Luciano Bruschi

Gianni A. Papini - Université de Lausanne
I boschi incantati del mio paese: il Petrocchi narratore

Andrea Fusari - Liceo "Forteguerri", Pistoia
Petrocchi pacifista

Gianluca Chelucci - Storico
Il monumento a Policarpo Petrocchi in Castello di Cireglio

Guido Petrocchi - Presidente della Società onore e Lavoro 1880
Policarpo Petrocchi e Clementina Biagini

Dibattito
A conclusione dei lavori visita alla Mostra su Policarpo Petrocchi allestita da David Mariani e Carlo Onofrio Gori presso la Biblioteca comunale Forteguerriana

L'inventariazione delle Carte Petrocchi è stata curata da Daniele Cianchi


Con il patrocinio della Presidenza della Repubblica e della Presidenza del Senato 

Hanno Collaborato:
Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
Lions Club Serravalle Pistoiese
Rotary Club Pistoia - Montecatini

Cantiere comunale Pistoia
Istituto comprensivo "Cino da Pistoia"
Scuola elementare di Cireglio
Croce Rossa Italiana - Sezione di Cireglio
Compagnia dei Semplici
(Associazione Amici di Pupuigliana e della Valle del Brandeglio)
Filarmonica "P. Borgononi" - Pistoia
Gli atti del Convegno
saranno stampati a cura di Andrea Ottanelli e Carlo Onofrio Gori per le edizioni Gli Ori

della rivista

Storia locale
Quaderni pistoiesi di cultura moderna e contemporanea




Policarpo la tua valle ti ricorda: un riuscito, appassionato, spettacolo della "Compagnia dei Semplici"
Da agosto a fine anno 2002 si sono svolte numerose iniziative in occasione del centocinquantesimo annivarsario della nascita e del centesimo anniversario della morte dell'illustre lessicografo, letterato e nostro grande concittadino Policarpo Petrocchi.  Per conto della Biblioteca Forteguerriana ho avuto l'incarico di curarne l'organizzazione , opportunità che si è tradotta, come raramente accade, nel privilegio di incontrare  nuovi amici. Prima di tutto (e non vorrei apparire retorico), seppur tramite gli scritti e le manifestazioni, lo stesso Policarpo, un Maestro di straordinarie capacità  e di non comune dirittura morale e poi tantissimi altri,  tutti impegnati nei vari appuntamente nei quali si sono articolate le giornate commemorative.  Colgo qui l'occasione gentilmente offertami dal "Metato" per ricordare in particolare Guido Petrocchi, nipote e degno discendente di Policarpo ed insieme con lui gli amici del teatro della "Compagnia dei Semplici"  dell'Associazione degli Amici di Pupigliana e della Valle del Brandeglio che nella serata del 18 agosto, durante la bella  ed animata festa popolare per il restauro del monumento a Petrocchi, hanno messo in scena a Castello di Cireglio il pregevole spettacolo "Policarpo la tua Valle ti ricorda", replicato poi a Pistoia, nella Saletta Gramsci, il 4 dicembre proprio nell'imminenza dell'importante e riuscito Convegno di Studi del sabato successivo.
La Compagnia dei Semplici, che conoscevo solo nome, è stata per me una vera e piacevole scoperta, anche perchè insieme abbiamo seguito un po' lo stesso percorso: prepararsi,  conoscere la straordinaria personalità di Petrocchi e poi farla conoscere. Gli amici della "Compagnia" ci sono riusciti egregiamente.
Indubbiamente notevole l' impegno da loro profuso, sotto la sapiente guida di Calogero Armato (e mi dispiace di non poterli ricordare tutti, ma sono tantissimi e potrei scordarne qualcuno) nella stesura dei copione, nella preparazione  e nella recita dello spettacolo. Questo sforzo non poteva che esser sostenuto dall'amore che molti di loro, valligiani con radici ben salde fra gli stessi monti che videro nascere Policarpo, hanno dimostrato verso una persona che, come Lui, veramento lo meritava.  Gli amici della Compagnia non si sono limitati al lettura delle opere dei documenti e dell'epistolario petrocchiano, ma hanno intrapreso un autonomo percorso di ricerca che si è tradotto nell'acquisizione e nell'elaborazione di racconti, episodi, testimonianze inedite, riporoposte egregiamente nel corso dello spettacolo teatrale sostenuto da interessante recitazione, suggestivi canti, letture di profondo contenuto, piacevole apparato scenico.
Abbiamo così avuto la rara opportunità, insieme ai numerosi e attenti spettatori presenti alle due recite,  di poter conoscere e vedere, tramite i bravi attori, l' Uomo Petrocchi, la sua fedele compagna Clementina, gli amici e i paesani del suo tempo, ripercorrerne piacevolmente i punti salienti della vita e delle opere, sentir riproposti brani di suoi racconti e lettere e comprendere pienamente (ed anche, per quel che ci riguarda, condividere ed approvare) i suoi valori di rigore morale, sensibilità sociale, impegno civile e umano, amore per il lavoro, per la sua famiglia, per la sua terra, la sua gente. E, soprattutto, in tempi come questi, abbiamo finalmente sentito parlare di pace, come nella commovente conclusione dello spettacolo . Qualche scritto di Policarpo forse aveva il difetto,  e lui poi francamente ed onestamente lo ammetteva,  di risultare alla lettura un po'  troppo pedagogico:  mi viene appunto in mente il pur premiato e famoso libro pacifista Le Guerre. Questo libro la "Compagnia dei Semplici" ha saputo rivisitarlo con agilità non priva di rigorosità filologica ed interpretativa. Lui ne sarebbe contento.
Mentre oggi purtroppo la società con i suoi eccessivi e frenetici affanni quotidiani spinge molti a rifugiarsi egoisticamente nella propria individualità fatta di serate passate davanti al video del personal computer o della televisione, gli amici della "Compagnia dei Semplici" si ritrovano, studiano ed insieme commentano e traducono in spettacolo idee, buone idee. Il loro spettacolo "Policarpo la tua valle ti ricorda" è stato al tempo stesso valida e riuscita testimonianza di amore per il teatro e di impegno civile. Ci hanno allietato e noi abbiamo imparato. E di questo dobbiamo essergliene grati.
      
                                                          Carlo Onofrio Gori                           
                                                                                                                                                                                                           


                                                                            Medaglia della Società di mutuo soccorso Policarpo 
                                                                               Petrocchi di West Pittston, Pennsylvania (BCF)









in:
Credits
Maurizio Vivarelli: coordinamento generale del progetto. 
Federico Meschini: progettazione e coordinamento sezione "Risorse Documentarie". 
Fabio Ciotti: realizzazione interfacce e procedure d'interrogazione per elenchi bibliografici, catalografici e materiale d'archivio. 
Valentina Onofri, Eva Magrini, Nicoletta Mancinalli: codifica TEI e correzione bozze. 
Ilaria Barbanti, Maria Rosaria Cinquegrano: realizzazione codifica EAD dell'inventario delle carte Petrocchi. 
Manuela Grillo, Tiziana Calvitti: ricerche bibliografiche. 
Andrea Ottanelli, Carlo Onofrio Gori: redazione testi. 
Caterina Baldi Papini, Elena Tonini: segreteria organizzativa. 
Softeam Ware srl: webmaster.
Docup Toscana Ob.2 2000-2006
Progetto Integrato di Sviluppo locale (P.I.S.L.)
"Montagna Pistoiese Misura 2.2.1"
Progetto "Parco culturale Le parole delle tradizioni - Castello di Cireglio: Policarpo Petrocchi"
Finanziato con i contributi della Comunità Economica Europea, della Regione Toscana,
della Provincia di Pistoia e del Comune di Pistoia.
Si ringraziano il Maestro Sigfrido Bartolini e la Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia per la gentile
concessione delle immagini relative alle tavole xilografiche da lui realizzate per l'edizione illustrata de
"Il mio paese" di Policarpo Petrocchi, edito nel 1997 dalle Officine grafiche Il Torchio di Firenze, per conto della
Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Si ringrazia la casa editrice “Gli ori” per l’autorizzazione alla pubblicazione sul web degli interventi
contenuti negli Atti del convegno di studi in onore di Policarpo Petrocchi : Pistoia, 7 dicembre 2002,
a cura di Andrea Ottanelli e Carlo O. Gori. Pistoia : Gli ori, 2005.


Castello ha ricordato Policarpo Petrocchi


IL TIRRENO 28 agosto 2002










2 commenti:

  1. ! Il messaggio ha priorità alta.
    Da: "Alberto Brambilla" [Aggiungi alla rubrica]
    A:
    Data: 11 Feb 2010 - 21:49
    Oggetto: aiuto per policarpo
    Egregio dottore,

    le chiedo un aiuto, relativo al Policarpo Petrocchi e alla sua traduzione de
    l'Assemmoir di Zola che sto studiando per un libro su De Amicis. I quesiti
    sono due:
    a) sembra che pubblicò prima sul giornale L'Indipendente un saggio della
    traduzione, ma ciò risulta solo da un articolo che qui sotto trascrivo, né
    in altri studi su Zola ; c'è qualcosa di recente negli Atti del Convegno?
    b) La traduzione dell'intero volume (col titolo deformato in L'Assomuàr ??)
    uscì da Pavia nel 1878 o nel 79 o nell'80?

    grazie e scusi il disturbo!

    MIA NOTA PER UN LIBRO IN FRANCESE:

    Pour le catalogne des traductions italiennes de L'Assemmoir, cf. G.C.
    Menichelli, Bibliographie de Zola en Italie, p. 21. Il est important
    rappeler que pendant la publication des articles de De Amicis la revue L'Illustrazione
    Italiana, dans le numéro du 29 septembre 1878 p. 202, faisait de la réclame
    à la traduction de Emanuele Rocco (Lo Scannatoio, Milano, Treves 1878), avec
    des observations intéressantes sur la difficulté de ce travail et une
    comparaison avec un autre traduction du même livre : « L'Assommoir di Zola è
    intraducibile, fu sentenziato da molti, noi compresi. Con tutto ciò il
    signor Policarpo Petrocchi di Pistoja, ne ha voluto tradurre un capitolo, e
    il signor Emanuele Rocco di Napoli lo ha tradotto tutto. Il toscano, che ha
    pubblicato il suo saggio nell'Indipendente, ha fatto senza dubbio un tour de
    force, ma c pare che in quella parlata toscana, tutto il color locale si
    perda, e il lettore italiano, non toscano, non ci capisce più niente.
    Crediamo che l'opera del Zola tradotta a quel modo, fornirebbe materia a
    degli studj di lingua, ma non farebbe punto né poco gustare quel capolavoro.
    Il signor Rocco non ha avuto tante pretese, e non oseremo dire ch'egli abbia
    reso tutto il valor letterario dell'originale, il che noi persistiamo a
    credere sia impossibile. Però non ha guastato, ed ha fatto un lavoro
    coscienzioso. Attraverso la sua traduzione - che non è da mestierante, tutt'altro
    - il romanzo si capisce e si gusta, il lettore più comune può commuoversi e
    deve ammirare. Il Zola ne è stato contento, ci dicono. Ed ha ragione ;
    perché in un lavoro d'arte come il suo, questa della traduzione imperfetta è
    la prova di paragone. Tutto ciò che è pregio di lingua, d'arte, di
    dettaglio, si smarrisce in parte ; se con tutto ciò il libro piace,
    interessa, vuol dire che non solo la forma, ma la sostanza è eccellente » ;
    il faut joindre che Petrocchi traduit l'éntier livre de Zola et sa
    traduction a été publié par l'éditeur Paravia.
    Alberto Brambilla
    Vicolo Gubbio 5
    21052 Busto Arsizio (Va)
    tel. 0331 678433
    blog: http://fuoricampo.tgcom.it/

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  2. Da: "Alberto Brambilla" [Aggiungi alla rubrica]
    A:
    Data: 14 Feb 2010 - 18:05
    Oggetto: Re: aiuto per policarpo
    Egregio dottore,

    grazie mille. Ho letto l'articolo di Ghidetti - purtroppo assai parco di note -, che è piuttosto interessante per un quadro generale. Non fa cenno però a questo 'capitolo d'assaggio' de L'Assommoir citato dalla rivista di Treves su L'Illustrazione Italiana, che era apparso sul giornale "L'Indipendente" nella metà del 1878. Se avesse tempo e voglia di indagare su questo punto, gliene sarei grato, ma comunque non è cosa urgente. Piuttosto vorrei chiderle se ci sono contatti o lettere fra Policarpo e De Amicis?

    Grazie e buona domenica!

    Alberto Brambilla
    Vicolo Gubbio 5
    21052 Busto Arsizio (Va)
    tel. 0331 678433
    blog: http://fuoricampo.tgcom.it/
    ----- Original Message -----
    From: cog@interfree.it
    To: albertobrambilla@fastwebnet.it
    Sent: Sunday, February 14, 2010 11:20 AM
    Subject: Re: aiuto per policarpo

    Egr. Dott. Brambilla,

    Le invio intanto, in allegato, l'intervento del prof. Ghidetti al Convegno su Petrocchi, dove parla ampiamente della traduzione che Le interessa. Se non vi trovasse elementi utili alla sua ricerca, mi faccia sapere, potremo cercare in altri saggi.

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